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Piccoli centri e potenti navi
Già ai tempi di Carlo Magno, una serie di città sulla costa della penisola italica iniziano a svilupparsi come potenze commerciali.
All’inizio sono dei centri piccoli ma crescono e si rendono indipendenti da ducati e imperi.
I loro punti di forza sono la navigazione e il commercio marittimo: per questo si chiamano repubbliche marinare.
Le loro navi, chiamate galee, impiegano una tecnologia innovativa, vengono prodotte in serie negli arsenali delle città, con un metodo che anticipa la catena di montaggio di Ford. Esse hanno sia i remi che le vele e possono perciò sfruttare due tipi di energia: quella umana, per le manovre di precisione durante le battaglie, e quella naturale, per i lunghi viaggi.
Il ciclo vitale delle repubbliche marinare
Ogni repubblica marinara, dopo un periodo di crescita e splendore, declina a causa di un’altra repubblica marinara: la loro rivalità le porta a distruggersi reciprocamente per il predominio dei commerci.
La loro storia non finisce nel Medioevo.
La prima è Amalfi, famosa per il limoncello e per la sua splendida costiera vicina a Capri e Napoli. Poi viene Pisa, che tutti conoscono per la torre pendente. Per terza Genova, la patria della focaccia, del pesto e di Cristoforo Colombo. E, infine, la romantica città dei canali e delle gondole, sempre invasa dai turisti: Venezia.
Le loro storie si intrecciano per un periodo di cinque secoli.
Amalfi
Amalfi è stata un minuscolo villaggio di pescatori finché i Bizantini la fortificano per resistere ai Longobardi che, come abbiamo visto, raggiungono il sud della penisola.
La cittadina fortificata sta in una zona montuosa, facile da difendere ma isolata e impossibile da coltivare.
Per fortuna si affaccia sul mare.
Quando i Longobardi attaccano la piccola città, è la popolazione locale a difenderla, perciò Amalfi ottiene l’indipendenza amministrativa dai bizantini.
Assieme ai vecchi nemici longobardi del Ducato di Napoli, poco dopo, gli Amalfitani difendono il papa contro gli attacchi Arabi. Nell’849, quando Amalfi è ormai ricca, insieme al Duca di Napoli, sconfigge i Saraceni.
Il diritto della navigazione
Gli Amalfitani perfezionano la bussola, che viene dalla Cina e, ad Amalfi, nasce il diritto marittimo. Quando si è in mare non si possono applicare le leggi di un paese, per cui c’è bisogno di una legislazione internazionale.
Ebbene, le Tavole Amalfitane sono il primo documento che si occupa di cose come: quali obblighi ha il capitano verso i suoi marinai e viceversa? Chi paga, e quanto, se un carico di merce già comprata viene persa dal trasportatore in mare, durante una tempesta? (Oggi, per nostra fortuna, è responsabilità di Amazon!) Quanto estreme devono essere le condizioni meteorologiche per abbandonare legittimamente un carico di merci? Eccetera, eccetera.
Nella seconda metà dell’XI secolo le cose si mettono male per la piccola Amalfi, che rinuncia dunque alla propria indipendenza, in cambio della protezione dei Normanni.
Ma non è una scelta fortunata: Amalfi inizia infatti a perdere potere e, in più, qualche generazione dopo, il papa e le città che lo appoggiano si scagliano contro i Normanni e i suoi alleati.
Nel 1135 Pisa, la stella nascente dei commerci nel Mediterraneo, non perde l’occasione per devastare e distruggere la rivale Amalfi.
Pisa
Tra il 1100 e la metà del 1200 è la Repubblica di Pisa a controllare gran parte del Mediterraneo. Ottiene delle basi in Corsica e Sardegna sconfiggendo i pirati Saraceni e poi i Normanni.
I peggiori nemici, però, sono sempre gli ex-alleati e i vicini di casa.
Infatti, l’altra dominatrice del Mediterraneo, Genova, al fianco di cui Pisa aveva combattuto molte battaglie, si converte in una rivale pericolosa.
Pisa inizia a sabotare i commerci genovesi e viceversa finché, nel 1284, le due si scontrano nella famosa battaglia navale della Meloria: la flotta pisana viene distrutta e Firenze ne approfitta per sottomettere la città sconfitta.
Genova
“La dominante dei mari” e “la repubblica dei magnifici” sono alcuni dei nomi con cui viene definita Genova in quegli stessi anni.
Genova si mantiene fermamente una Repubblica fino alla metà del 1300, non permettendo che le ricche famiglie locali prendano il potere.
Il suo simbolo è la croce di San Giorgio e le galee genovesi, in questa fase, sono così potenti e temute nel Mediterraneo che, per viaggiare sicure, molte navi di qualunque provenienza, usano una vela bianca con croce rossa: nessun pirata ha il coraggio di attaccare una galea genovese!
I genovesi sono famosi ancora oggi a livello nazionale per essere … come dire?… estremamente attenti al denaro e parsimoniosi (sono incredibilmente tirchi e attaccati ai soldi!)
E, dunque, non sorprende che, proprio qui, sia nato il Banco di San Giorgio, una delle banche più importanti del mondo occidentale di allora, che è rimasto in piedi fino all’arrivo di Napoleone nel 1800.
Come nasce una banca?
Beh, in questo caso, un gruppo di diciotto ricchi cittadini genovesi fa un prestito alla Repubblica di Genova anticipando il denaro per una guerra (1407).
Genova ha preparato una spedizione colossale contro l’Andalusia araba, ma ci vogliono un sacco di soldi, e subito!
Questi diciotto ricconi comprano quindi il debito della Repubblica che, in cambio, darà loro una percentuale delle tasse quando entreranno nelle casse dello stato, negli anni successivi. La Repubblica pagherà… e con gli interessi!
Venezia
Per un paio di secoli, i Genovesi contendono il Mediterraneo alla potente flotta veneziana ma, alla fine, vengono sconfitti.
Alla fine del 1100, la Repubblica occupa molti territori sulle coste della Dalmazia, costruendosi un piccolo impero costiero.
Ma non basta: nel 1200 i crociati veneziani partono per la quarta crociata che, però, non è diretta contro gli infedeli in Terra Santa ma contro l’Impero Bizantino (cristiano!), il quale viene letteralmente annientato dalla potente repubblica marinara (1204).
Venezia ottiene ciò che vuole: conquista un gran numero di territori bizantini in posizione strategica per i commerci, soprattutto nell’area greca.
Il doge
Governare una repubblica potente come Venezia è allettante ma non è per nulla facile. A capo della Repubblica Veneziana sta il doge, parola che viene dal latino “dux” ed è il termine che, nel dialetto locale, significa “duca”.
Sono pochi i dogi che muoiono per cause naturali! I candidati a questo ruolo sono a volte supportati dall’imperatore d’Oriente, a volte dall’imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, a volte sono figli del precedente doge, oppure sono il popolo e le potenti famiglie locali ad acclamarlo.
Qui puoi vedere la posizione delle repubbliche marinare (sono più di quattro, ma quelle di cui abbiamo parlato sono le più famose) e i loro stemmi:
https://images.app.goo.gl/ifLFMwtgV1FCodMQ9
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Michele Baidas says
Thanks to the comments by others and Daniel, I am changing the way I approach these articles. After listening first, the text is much more understandable. I do read aloud to my cats so they can learn too.
Daniel says
Reading aloud is something I usually discourage, but you make a good point, Michele – the cats might also benefit from knowing about the marine republics…
Mary says
Why do you discourage reading aloud?
Daniel says
Thanks for the question, Mary! Saved me the job of thinking of something to write today… https://onlineitalianclub.com/why-do-you-discourage-reading-aloud/