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Chi comanda a Roma?
Fino all’VIII secolo, il papa è semplicemente il vescovo di Roma e dipende dall’imperatore bizantino, anche lui cattolico. Il papa è, in teoria, il vescovo più importante ma, alla fin fine, ha solo un potere spirituale.
Le cose cambiano quando i Bizantini scompaiono progressivamente dalla penisola italica: hanno già troppi problemi a casa loro, nel cuore dell’Impero d’Oriente e la penisola è solo una remota provincia.
Roma viene abbandonata al suo destino e i papi, durante secoli, devono cavarsela da soli: bisogna gestire la città, organizzare un esercito e delle milizie cittadine per cercare di difenderla dagli attacchi dei Longobardi e negoziare continuamente con questi barbari spregevoli e minacciosi che possiedono i territori a nord, a est e a sud di Roma. La vecchia capitale è letteralmente circondata dal pericolo e i papi prendono in mano la situazione.
Il potere spirituale non è sufficiente
Poiché hanno una forza militare davvero scarsa, i pontefici devono usare la religione per negoziare e mantenere la propria posizione.
Nel VII secolo ci riescono: papa Gregorio Magno fa convertire i Longobardi al cattolicesimo e nel 728 il papa ottiene delle terre attorno a Roma dal re dei Longobardi. Ma la voglia dei Longobardi di prendere Roma, l’ultimo pezzettino di terra che manca per unificare la penisola centro-settentrionale, è feroce. Anche se si sono convertiti al cattolicesimo, la loro coscienza non li frena, e attaccano spesso la città.
Una lettera da San Pietro (756)
“Io Pietro, apostolo di Dio, che considero voi Franchi i miei figli adottivi, vi prego di venire a liberare Roma, la mia città, dove è sepolto il mio corpo…”. Papa Stefano II (non certo San Pietro, che è morto 700 anni prima!), scrive questa lettera, per convincere i Franchi ad aiutarlo.
Se non scenderanno a fermare i Longobardi, tradiranno San Pietro e verranno condannati all’inferno per l’eternità! Per questo motivo Pipino il Breve ha soccorso Roma!
A questo punto, come abbiamo visto nello scorso capitolo, per sdebitarsi, Papa Stefano II lo dichiara re dei Franchi e lo incorona.
Un papa forte (772-795)…
Passano gli anni, cambiano i papi e anche i re. Carlo, che è re dei Franchi e dei Longobardi, abbandona per molti anni la penisola. Ora egli non deve più prestare aiuto a Roma contro i Longobardi perché… è proprio lui il nuovo re dei Longobardi!
Il papa, in questa fase, è Adriano, un uomo di polso e autoritario, per niente contento di essere ignorato dal presuntuoso re Carlo. Per vendicarsi, il papa non invita re Carlo al concilio sulle eresie a Costantinopoli. Anzi, Stefano II si riavvicina all’Impero d’Oriente che, in quel momento, è governato da una donna, l’imperatrice Irene.
Carlo non può sopportare l’affronto e, furioso, organizza un concilio per i fatti suoi, con i suoi vescovi più fedeli. Durante questo concilio (794), ovviamente, si arriva a conclusioni esattamente opposte a quanto stabilito dal papa e dalla Chiesa d’Oriente.
E, tanto per chiarire che il re non l’ha presa bene, i vescovi di Carlo dichiarano anche che l’imperatrice Irene e suo figlio devono essere scomunicati! Il papa si oppone ma muore l’anno dopo, interrompendo il braccio di ferro tra la Chiesa e il re.
…. e un papa debole (795-816)
Il nuovo papa, Leone III, non ha la stessa personalità del predecessore Adriano. A Roma non ha amici e, anzi, appena eletto viene catturato dai suoi oppositori che vogliono prendere il potere. Riesce miracolosamente a scappare dalla cella e a fuggire alla corte di Carlo Magno in Sassonia.
Quando arriva davanti al re, racconta che i suoi nemici gli hanno cavato gli occhi e gli hanno tagliato la lingua. Carlo lo avrà guardato un po’ incredulo. “Ma la grazia di Dio me li ha fatti ricrescere!” si affretta ad aggiungere il papa. “Dio è dalla sua parte” avranno pensato i membri della corte reale (o forse no?) ma ecco che fanno irruzione nel palazzo di Carlo gli oppositori del papa, accusandolo di immoralità e corruzione.
Re Carlo è un po’ in difficoltà e non vorrebbe giudicare il rappresentante di Dio sulla Terra. Il consigliere reale, il monaco inglese Alcuino di York, sussurra all’orecchio del suo re: “Siete voi, mio re, uomo saggio e potente, a dover prendere una decisione”.
Carlo viene convinto, tra l’altro è vanitoso e adora essere elogiato e lusingato! Quindi manda i suoi investigatori a Roma. Brutte notizie: le accuse contro papa Leone sono fondate.
“Facciamogli giurare sul Vangelo la propria innocenza” suggerisce, di nuovo, il geniale consigliere Alcuino. In questo modo la patata bollente viene passata al papa: se giurerà il falso (e cioè di essere innocente) la sua anima brucerà all’inferno… ma questi sono affari suoi, a re Carlo non interessa!
Di ciò che è successo all’anima di Leone III non sappiamo molto. Ma sicuramente egli era riconoscente a Carlo per avergli salvato la pelle e averlo aiutato a riprendere il suo posto a Roma.
La relazione tra i due non si conclude qui, come vedremo la prossima volta.
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Brian Saltmarsh says
Maybe the job is a bit more settled these days, in the past I believe that quite a few got ” knocked off ” if they weren’t popular. I can’t see that happening in our time. I wouldn’t say no to the wage packet but I think it’s pretty much a boring job !
Isabel says
Haha – I think I’d fail the physical (as well as the spiritual)
Loving the series and amazed at all the other wonderful free offerings on the website.
Michele Baidas says
I read something about a woman Pope who impersonated a man so then the physical exams were started.
Isabel says
Hi Michele,
Yeah, me too – I checked that out but “Pope Joan is now widely considered fictional, though the legend remains influential in cultural depictions” – Wikipedia … https://en.wikipedia.org/wiki/Pope_Joan.
And the testicle check on a special chair is also apparently false. Such a shame eh? Fantasy can be so much more amusing/entertaining than reality.
Still, women not allowed to be priests in the Roman Catholic faith, hence my comment about “failing the physical” 🙂
Cheers,
Isabel