I barbari e la caduta dell’Impero d’Occidente (476 d.C.)
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Gli stranieri e l’integrazione
Sin dall’inizio della propria storia, i romani hanno invaso i territori di altri popoli e hanno gradualmente concesso la cittadinanza agli sconfitti. Prima alle élite locali, poi al resto della popolazione. Ciò è successo con gli abitanti di Albalonga, poi con gli Etruschi, i Sabini e gli altri popoli italici, in seguito con i Greci, i Galli, le popolazioni iberiche, i Britanni, i popoli africani e mediorientali, eccetera.
Inoltre, quando dentro ai confini non vi era gente sufficiente per lavorare i campi e non vi erano abbastanza giovani da arruolare nelIe legioni, i Romani erano soliti invadere nuovi territori e deportare la popolazione nella zona dell’impero in cui mancavano braccia utili al lavoro. Secondo la propaganda romana, i nuovi abitanti venivano “civilizzati”: a questi uomini e donne fortunati si concedeva il privilegio di uscire da una deprecabile condizione di animalità e barbarie e conoscere finalmente la libertà e la raffinatezza.
Esercito e integrazione
L’esercito è senz’altro la via più facile e diretta con cui gli stranieri vengono “romanizzati”: in esso, i giovani immigrati barbari vivono per venticinque anni lontani dalla propria famiglia in una struttura organizzata e gerarchica parlando latino, mangiando, pregando e combattendo come romani. L’esercito, progressivamente prende il posto del senato nella scelta dell’imperatore (vedi episodio 24) ed è anche la via più rapida per gli stranieri di fare carriera.
Con l’Editto di Caracalla (episodio 24), si accelera il processo di assimilazione: a tutti gli abitanti del territorio romano viene concessa la cittadinanza. Avere la cittadinanza romana significa dover pagare le tasse e fare il servizio militare. Ma presuppone una serie di enormi vantaggi e diritti come, ad esempio, quello ad avere un regolare processo nel caso in cui si venga accusati di un reato.
L’integrazione dei popoli germanici è un processo progressivo, si tratta di un’immigrazione diversa da quella della nostra epoca, è uno spostamento in modo compatto di interi popoli che vanno a vivere ai confini dell’impero. Di frequente, essi rimangono vicini geograficamente alle proprie terre d’origine e non sempre abbandonano le proprie usanze, la propria religione e il proprio sentimento di appartenenza alla tribù.
Il processo di integrazione dei popoli del nord è gestito e tenuto sotto controllo dallo stato romano con crescente difficoltà finché nel IV secolo l’esercito, notevolmente barbarizzato, sceglie e depone gli imperatori, mentre un crescente numero di popoli barbari attacca e saccheggia l’impero.
La situazione in Occidente è fuori controllo
Gli ultimi anni dell’Impero Romano d’Occidente sono caratterizzati non solo dalle invasioni barbariche ma anche da epidemie, carestie, da un collasso economico e delle strutture burocratiche e dalla precarietà del potere centrale. Come risultato, in soli vent’anni, si succedono ben nove imperatori. Essi vengono messi al potere e deposti dall’esercito e ricevono, o non ricevono, l’approvazione di Costantinopoli.
L’Impero d’Oriente deve fare i conti con i propri vicini ostili e sta attraversando una crisi economica, quindi preferisce fare patti con i barbari che invadono l’Occidente piuttosto che andare in soccorso del vecchio impero moribondo.
Ecco una spiegazione utile, dettagliata e storicamente accurata sulla caduta dell’impero:
https://youtu.be/rv9s2-7RhaA
Odoacre, il primo re barbaro d’Italia
Nel 476 d.C. l’imperatore d’Occidente è Romolo Augustolo, un ragazzino messo sul trono dal padre Oreste, comandante in capo dell’esercito. Romolo Augustolo non gode del favore del potente imperatore d’Oriente Zosimo.
Quando i legionari di origine germanica, che non vengono pagati a causa della crisi, si ribellano e chiedono delle terre nella penisola italiana come compenso, Romolo e suo padre Oreste non acconsentono alle loro richieste. I militari germanici, allora, marciano in Italia scacciando Romolo Augustolo. Il loro comandante, Flavio Odoacre, è un patrizio romano di origine unna e di fede ariana.
Se Odoacre si fosse proclamato nuovo imperatore d’Occidente, i libri di storia non avrebbero segnato il 476 come la data in cui termina l’impero romano, ed egli sarebbe stato un nuovo imperatore di origine barbara come già ne abbiamo visti in precedenza. Odoacre sceglie invece il titolo di “re d’Italia” e mantiene buoni rapporti con Costantinopoli, fino a che uno dei generali ribelli dell’Impero Romano d’Oriente chiede il suo aiuto per spodestare l’imperatore Zosimo…
Con chi si schiererà Odoacre? Sarà fedele a Zosimo o supporterà i ribelli? Alla prossima puntata!
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