L’imperatore Augusto (27 a.C.- 14 d.C.)
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Strategia
Ottaviano torna a Roma da vincitore. Celebra grandi trionfi ma allontana pubblicamente chi lo tratta come un re e non vuole nemmeno essere visto come un signore assoluto o un dittatore. Insomma: prende le distanze dall’ideale che Antonio aveva del dominatore di Roma. Ottaviano è più astuto e sottile. Infatti, senza alterare le istituzioni repubblicane, concentra poco a poco nelle proprie mani una serie di cariche e poteri.
Le cariche di Ottaviano
Il figlio adottivo di Cesare diventa tribuno della plebe unico con il potere di veto sulle decisioni di tutte le altre magistrature e assemblee. In più diviene pontefice massimo, magistrato incaricato della relazione della città con gli dei (di questa carica parleremo meglio nei prossimi episodi).
Ottaviano viene nominato princeps senatus, ovvero “il primo del senato”. Egli può pertanto votare per primo, influenzando il voto degli altri senatori. Ottiene anche l’imperium proconsulare maius et infinitum: con esso comanda tutte le legioni, è cioè il capo supremo dell’esercito. Proprio dal termine imperium (cioè potere militare) deriva il termine “imperatore”. Con le legioni a sua disposizione, il suo potere è garantito. Nel 27 a.C. Ottaviano ottiene dal senato il titolo di Augustus. Questa parola è connessa sia al verbo augeo cioè “ingrandire, aumentare”, che al termine augurium, la volontà degli dei espressa attraverso il volo degli uccelli. Augustus significa dunque sia “grande, onorevole, venerabile, colui che aumenta (la potenza di Roma)”, che “protetto dagli dei, favorito dagli immortali”.
La gestione delle province
Con la presa di potere di Ottaviano, i nuovi territori conquistati da Roma vengono definiti province imperiali. Sono zone da pacificare e da mantenere sotto controllo poiché le popolazioni autoctone sottomesse si ribellano frequentemente. Con questo pretesto, il princeps stabilisce che sarà lui ad avere controllo diretto su di esse con il “suo” esercito. Tale mossa politica, in realtà, gli permette di tenere sotto diretto controllo quasi tutti i territori conquistati. Nelle province imperiali viene infatti mandato un prefetto che risponde direttamente ad Augusto. Inoltre, il denaro delle tasse entra nel Fiscus, le casse personali del princeps.
Anche l’Egitto viene amministrato da un prefetto scelto direttamente dall’imperatore fra i più importanti cavalieri (vi state chiedendo chi sono i cavalieri? Vedi episodio 9). Il prefetto d’Egitto è l’unico tra i prefetti ad avere controllo diretto su una o più legioni che rimangono in modo permanente nella provincia. Questo trattamento speciale si deve al fatto che l’Egitto fornisce il grano a Roma, ed è quindi fondamentale una buona amministrazione della zona.
Le altre province, i territori che sono dominati da Roma da ormai molto tempo, vengono rinominate “province senatorie” e sono amministrate dai magistrati eletti dal senato. Il denaro proveniente da queste finisce nell’aerarius, le casse dello stato.
Lo splendore e le riforme dell’epoca augustea
Augusto celebra con grandi giochi pubblici la nuova era di pace e una prosperità mai raggiunta nella storia di Roma che viene definita Pax Augusta. Il suo obiettivo è che tutto l’impero e la stessa Roma, che è centro di intrighi e lotte di potere, siano in pace.
A Roma, Augusto migliora la situazione e pone ordine: riduce il numero di senatori a 600 e aumenta il loro stipendio. Interviene personalmente nella selezione dei senatori, favorendo uomini di fiducia. Riforma i tribunali e le procedure legali, e rafforza il concetto di moralità, dando speciale importanza ai culti religiosi e al ruolo della famiglia per aumentare la natalità. Inoltre istituisce una forza di polizia a Roma per garantire la sicurezza dei cittadini, ai quali concede prestiti agevolati e per i quali promuove, in varie occasioni, la distribuzione gratuita di grano. Crea un circolo di intellettuali e artisti affini alla sua ideologia e finanziato dal suo ricchissimo amico Mecenate. Ancora oggi in Italiano si definisce “mecenate” una persona ricca che supporta economicamente gli artisti. Tra i poeti del circolo c’è Virgilio, l’autore dell’Eneide. Nel suo poema Virgilio narra le vicende dell’eroe mitico Enea (che abbiamo trattato nell’episodio 1).
Intanto, quasi tutte le province imperiali sono ancora da pacificare e organizzare. Augusto raramente va di persona sui campi di battaglia, ma può contare su degli abili generali come il suo figliastro Druso e il fedelissimo Agrippa.
Porta anche avanti una riforma amministrativa monumentale. Inoltre, il princeps elimina i pirati dal Mediterraneo e rende le vie di commercio sicure.
Augusto fa poi costruire monumenti e opere pubbliche (strade, acquedotti, edifici) generando lavoro, soprattutto nella capitale e in Italia.
Nel prossimo episodio daremo un’occhiata alle grandi opere dell’architettura e dell’ingegneria romana. A presto!
Ecco un breve excursus sui circoli letterari a Roma: https://www.liberopensiero.eu/01/10/2019/rubriche/circoli-letterari-scipione-mecenate-messalla/
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