L’esercito
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Roma ha una potente macchina da guerra, in continua evoluzione sin dai tempi della monarchia. In essa si investono buona parte delle ricchezze dello stato. Di che si tratta? Avete indovinato: l’esercito. Quel mare di ometti (eh sì, i legionari romani erano alti poco più di un metro e sessanta!) che, con la loro organizzazione e abilità, facevano gran paura ai barbari.
Gli schieramenti
Nei primi tempi, l’esercito di Roma si schiera compatto in modo simile alla falange greca, poi nasce la suddivisione in piccole unità maneggevoli, i manipoli, e infine, con le riforme di Scipione l’Africano, e più tardi Caio Mario (vedi episodio 9), le legioni si organizzano in coorti, organizzate su tre linee, a scacchiera.
Chi sono i legionari?
Se ricordate, Caio Mario ha concesso a tutti, anche a chi non può pagarsi l’armatura, di entrare nell’esercito. Così aumenta la quantità di soldati romani e nasce un esercito di professionisti che spesso sono di famiglia povera e scelgono la carriera militare perché ricevono uno stipendio fisso e sperano di ottenere ricchi bottini, terre e onore. Vanno incontro a una vita certamente dura ma che, con un po’ di fortuna, migliorerà notevolmente la loro condizione economica e sociale, dopo i venticinque anni di servizio.
C’è anche una minoranza di cavalieri, di miglior condizione economica. I Romani non sono grandi esperti di cavalli, ma imparano e copiano tecniche dai nemici.
L’esercito, però, non è composto solo da Romani ma anche da socii (alleati). All’inizio sono solo italici ma, via via che i confini di Roma si espandono, un numero crescente di soldati stranieri viene arruolato. Se prestano il servizio militare nell’esercito di Roma ottengono la cittadinanza per sé e per i propri discendenti: un bell’incentivo! Di solito i socii costituiscono le ali degli schieramenti e non la parte centrale.
L’equipaggiamento del legionario
Durante le marce ordinate e silenziose, ogni legionario porta un peso di circa trenta chili: indossa la propria armatura, l’elmo che lascia scoperto viso e orecchie, i sandali aperti e chiodati (per fare presa sul terreno, soprattutto nella mischia della battaglia) e un cinturone che aiuta a sopportare il peso e protegge lo stomaco durante il combattimento. E poi lo scudo, una spada, una lancia e un giavellotto, uno zaino con cibo per tre giorni, attrezzi come seghe, accette o piccozze, e le tende per dormire.
Quando marcia, infatti, l’esercito si ferma ogni sera in un posto diverso e costruisce l’accampamento (castrum): si raccoglie la legna, si prepara il cibo, si montano tende, un recinto e un fossato per difenderlo. Sapendo di questa prassi routinaria, non ci sorprende che i legionari di Cesare abbiano costruito in tre settimane quaranta chilometri di palizzata ad Alesia (vedi episodio 10). Ogni mattina bisogna poi “levare le tende” (espressione che in italiano moderno significa “andare via”) e ricominciare la marcia.
Cosa mangia un legionario?
I legionari consumano più di tremila calorie al giorno, sono esposti al freddo e al caldo, devono essere resistenti e lucidi in combattimento e quindi l’alimentazione è fondamentale. I carboidrati sono l’elemento principale: con il grano povero si prepara un pane nero per i soldati semplici e, con il grano raffinato, pane bianco per gli alti carichi. Quando se ne ha la possibilità, si aggiungono un po’ di carne, olive o frutta raccolte sulla strada per insaporirlo. A chi subisce punizioni, cosa piuttosto frequente, si dà una disgustosa zuppa d’orzo. Ricordiamoci che la preparazione della razione avviene nel campo e ciò implica un’organizzazione e un’efficienza straordinarie! Nelle borracce dei legionari sta un mix di aceto e acqua. Esso è utilissimo perché disinfetta l’organismo e lo idrata.
Spesso si consuma un pasto leggero prima della battaglia e si mangia dopo di essa, per recuperare energie. Il pasto più importante per tutti i Romani, legionari inclusi, è però la cena. La colazione si fa con gli avanzi di questa. Il pranzo dei romani è invece veloce e poco importante, probabilmente i legionari masticano uno snack durante la marcia: carrube o legumi germogliati e umidi che tutti i soldati tengono in un sacchetto.
Non sempre durante la guerra si ha a disposizione cibo a sufficienza e la dieta varia a seconda delle regioni in cui si combatte.
Le punizioni
Come abbiamo visto, l’organizzazione costituisce una parte fondamentale della vita dei soldati e, a maggior ragione, è cruciale durante le battaglie e durante i turni di guardia. Commettere un errore o mentire significa giocare con la vita dei propri compagni. Per questo motivo le punizioni sono terribili. Oltre al disgustoso orzo come unico pasto, sono molto comuni le frustate, le bastonate e altre pene corporali. Chi si addormenta durante i turni di guardia, per esempio, viene lasciato, di notte, da solo (!) fuori dall’accampamento. Nei casi di comportamento vile in battaglia, può essere applicata la pena capitale. Se, ad esempio, una parte della legione abbandona la propria posizione e fugge durante il combattimento, si mette in atto la decimazione. Ciò significa che, per ogni dieci uomini, ne viene estratto a sorte e ucciso uno, spesso a bastonate o a frustate. La stessa pena si applica quando ci sono ammutinamenti, ovvero ribellioni nei confronti dei superiori.
Il potere militare e il potere politico
Esercito e politica sono strettamente connessi. In primo luogo perché, per accedere alle alte cariche pubbliche, bisogna aver prestato servizio nell’esercito: un console o un pretore che non abbia rischiato la vita per Roma, in battaglia, non può essere un buon leader! E, in secondo luogo, perché le legioni dotano di enorme potere colui che le controlla, molto spesso diventando più fedeli all’uomo che le comanda che a Roma stessa.
Il comandante dà denaro e bottini ai propri soldati e fa pressione a Roma perché ottengano terre da veterani, vedi Pompeo (episodio 9). Inoltre, ha sui propri uomini potere di vita o di morte e combatte al loro fianco. In ciò è molto abile Cesare, che scende da cavallo in battaglia e avanza con le prime file, rischiando più volte la vita. Tale è il legame personale che ha creato con i suoi uomini che essi, anche se da tempo non ricevono la paga, marciano oltre il Rubicone insieme a lui (vedi episodio 10).
I pretoriani
Con Ottaviano Augusto, che conosceremo meglio nel prossimo capitolo, nasce un nuovo corpo speciale di soldati. Si tratta dei pretoriani, la guardia personale dell’imperatore, che hanno il compito di proteggerlo e di sedare le rivolte. Il prefetto del pretorio, comandante dei pretoriani, diventa così importante che, varie volte nel corso della storia, prende decisioni al posto dell’imperatore, seleziona o destituisce il nuovo imperatore.
Ad esempio, quando l’imperatore Tiberio si ritira a vivere nella sua lussuosa villa di Capri lontano dalla caotica capitale, il suo prefetto del pretorio Seiano governa Roma.
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