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Il cardinale spagnolo
Il 1492 è un anno cruciale: muore Lorenzo il Magnifico, Cristoforo Colombo arriva in America e viene eletto a Roma il Papa più scandaloso della storia.
La notte del 10 agosto il conclave dei cardinali è riunito nella Cappella Sistina: il cadavere di Innocenzo VIII è ancora caldo, ma bisogna eleggere un nuovo Papa.
Lo spagnolo Rodrigo de Borja è uno dei cardinali papabili. Piccola nota: l’aggettivo “papabile” in italiano si usa come “plausibile” ma, in origine, significava proprio “sceglibile come papa”.
Rodrigo, dicevamo, è un candidato papabile, è conosciuto perché ha organizzato il matrimonio tra i cattolicissimi sovrani spagnoli, Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia e, inoltre, anche suo zio è stato papa pochi anni prima. Però Rodrigo è uno spagnolo, quindi uno straniero, e poi… non ha una bella fama: tutti sanno che ha relazioni e figli e non cerca nemmeno di nasconderli!
Infatti, quasi come un uomo sposato, vive con i suoi bambini e la sua amante, Vannozza, che è la proprietaria di un bordello.
Elezione e corruzione
Ma torniamo alla notte del 10 agosto 1492, quando i cardinali si riuniscono nella Cappella Sistina.
Con la promessa di terre e castelli, Rodrigo riesce (per un pelo!) a comprare più voti del suo acerrimo nemico, il cardinale Giuliano della Rovere. E così, dopo lunghe ore di trattative e corruzione, l’11 agosto 1492 Rodrigo diventa l’uomo più potente di Roma, con il nome di Papa Alessandro VI.
Il Papa Borgia è un gran difensore dell’ortodossia cattolica e difende in tutta Europa i privilegi della Chiesa contro baroni e signori laici. Spinge per una conversione degli “indiani” d’America al cattolicesimo, perseguita le streghe (vedi capitolo 2) mentre difende gli ebrei, da cui riceve enormi prestiti di denaro.
Molti difensori dei buoni costumi vorrebbero una riforma morale della chiesa, con la proibizione agli ecclesiastici di arricchirsi, di corrompere, di avere relazioni amorose… Tutte cose che il Papa Borgia stesso ha fatto un’infinità di volte!
Tanto per cominciare, Rodrigo si è comprato il titolo di pontefice a base di “bustarelle” (termine che usiamo in italiano informale per dire “corruzione”, in riferimento a delle buste da lettera con dentro i soldi).
In più, da giovane, il nostro papa ha avuto vari figli illegittimi, gli ultimi quattro dalla sua amante Vannozza. E, durante il suo pontificato continua ad avere amanti, la più famosa è la giovane Giulia Farnese, peraltro sposata. Si dice anche che abbia una passione incestuosa per sua figlia Lucrezia… Forse non è la persona più indicata per riformare la Chiesa!
Girolamo Savonarola critica il malcostume della Chiesa
Le critiche non tardano ad arrivare: a Firenze, il monaco Girolamo Savonarola, molto seguito e supportato dalla popolazione, abitualmente si mette nel mezzo della piazza e predica contro i potenti, che sono tutti dei corrotti e andranno all’inferno: “Sono stato scelto da Dio, che mi ha dato il dono della profezia, e vi dico che i potenti signori e i membri della Chiesa sono dei grandi peccatori, e attireranno su tutta l’Italia una terribile punizione divina!”
I poveri e gli oppositori dei Medici sono subito dalla sua parte.
All’inizio Savonarola è solo “il predicatore dei disperati” e Papa Borgia avrà pensato: “È un pazzo, un fanatico come tanti.” Ma si sbaglia perché, nel 1494, il Savonarola riesce a scacciare Piero de’ Medici, il figlio incapace di Lorenzo il Magnifico, e diventa il leader della nuova Repubblica di Firenze.
Ora Savonarola può gridare ai quattro venti che il papa è uno sporcaccione lussurioso e superbo.
Il tira e molla tra Borgia e Savonarola
Alessandro VI inizia una corrispondenza per lettera con Savonarola, per invitarlo a Roma: ovviamente il suo piano è di sbatterlo in prigione o, direttamente, eliminarlo.
“Non posso, sono malato…” risponde il frate predicatore. Alessandro cambia tono: “Ti ordino di smettere di predicare contro me e la Chiesa oppure ti scomunico!”
Ma il Savonarola continua a predicare e scrivere libri contro i potenti corrotti ed, effettivamente, viene scomunicato. Perciò manda una lettera al Papa, difendendosi dalle accuse e Alessandro VI decide di prenderlo per le buone: “Se smetti di attaccare la chiesa… ti nomino cardinale!”
Allora Savonarola fa un altro bel discorso in piazza, davanti ai suoi sostenitori: “Io non voglio i loro cappelli, le loro ricchezze né i loro titoli! Sono tutti dei corrotti e andranno all’inferno!”
Gli arriva un’altra scomunica, c’era da aspettarselo.
Savonarola continua la sua feroce lotta contro gli eccessi che, tra l’altro, prevede di fare degli enormi falò in cui si bruciano preziosissime opere (libri, spartiti di canzoni popolari, pitture raffiguranti nudi, strumenti musicali) ma anche vestiti e cosmetici, tutte cose che rappresentano la vanità dei fiorentini.
Nel 1498 i fiorentini stessi, stanchi del monaco delirante ed estremista, lo catturano e lo consegnano ad Alessandro VI, che lo dichiara eretico e lo fa impiccare nella Piazza della Signoria a Firenze.
Se vuoi conoscere meglio gli intrighi della famiglia Borgia (in versione fiction!) dai un’occhiata a questi Easy Readers:
- Anselmo e l’omicidio di Giovanni Borgia (C1/2)
- Anselmo e la moglie spagnola (C1/2)
- Anselmo e l’avvelenamento del Papa (C1/2)
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