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Che fine ha fatto il Papa?
All’inizio del 1300, la sede del papato si era spostata da Roma ad Avignone poiché il re di Francia Filippo il Bello aveva fatto pressione e, contemporaneamente, i nobili romani avevano dato un calcio nel sedere al pontefice.
Il rientro a Roma
Nel 1377, finalmente, papa Gregorio XI rientra a Roma… ma imporsi dopo settant’anni di assenza non è facile perché le potenti famiglie locali e il comune di Roma si sono abituati all’indipendenza. Per concentrare di nuovo il potere nelle proprie mani e per recuperare prestigio, il Papa invita a Roma grandi artisti, soprattutto fiorentini. Del resto, Roma è stata la capitale dell’impero, il centro del mondo antico, ed è pienissima di opere d’arte e architettura classica quindi gli artisti rinascimentali ne sono attratti e affascinati.
La Cappella Sistina
Il Papa e i Medici, Roma e Firenze, sono le più grandi potenze del centro della penisola italica e, a volte, entrano in conflitto.
Se ricordi, il Papa Sisto IV aveva partecipato alla Congiura dei Pazzi che aveva ucciso Giovanni de’ Medici. Lorenzo de’ Medici, però, invece di cercare vendetta per il fratello, preferisce mantenere la pace. Quindi, come segno di amicizia, manda al Papa i migliori pittori toscani per decorare la Cappella Sistina (che prende appunto il nome dal Papa Sisto).
A Roma arrivano Botticelli, Pinturicchio, Ghirlandaio, Signorelli… e decorano le pareti della cappella secondo le precise indicazioni del Papa. Non è un’impresa facile perché tutti devono utilizzare esattamente la stessa tecnica, le stesse misure e lo stesso stile: deve sembrare il lavoro di un solo pittore.
Anni dopo, ai tempi della Repubblica Fiorentina, il nuovo Papa Giulio II chiama un altro artista a Roma, per completare il soffitto della Sistina: Michelangelo.
Molti artisti romani, invidiosi, sconsigliano di chiamare Michelangelo, perché non è esperto nella tecnica dell’affresco, ma il Papa insiste.
Lo sforzo dell’artista
Michelangelo, che è anche un architetto, costruisce una complessa impalcatura per raggiungere il soffitto, e si mette subito al lavoro. Dopo alcuni mesi, però, i colori troppo acquosi fanno marcire il soffitto e l’artista deve ricominciare tutto da capo.
Per quattro anni (1508-1512) il genio fiorentino lavora senza sosta, con la pittura che gli cola negli occhi e gli danneggia la vista, una postura che gli provoca un terribile dolore al collo e alla schiena, mentre il padre e la famiglia gli fanno pressione perché hanno bisogno di soldi e il Papa lo paga sempre in ritardo.
All’inizio Michelangelo si pente: “Io sono uno scultore! Perché mi sono messo a fare affreschi?!” Ma, ben presto, la Sistina diventa la sua ossessione: deve essere perfetta.
Ecco una serie di articoli proposti dal sito ufficiale dei Musei Vaticani a proposito della Cappella Sistina:
https://m.museivaticani.va/content/museivaticani-mobile/en/collezioni/musei/cappella-sistina/storia-cappella-sistina.html
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