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Alla fine dello scorso capitolo, abbiamo visto che il sud della penisola torna nelle mani dei Borbone. Con l’esilio e la morte di Napoleone, anche il resto d’Italia e d’Europa ritornano alla condizione pre-napoleonica: è l’epoca della Restaurazione. Ma, ormai, il popolo e la borghesia hanno già assaporato la libertà e la difesa dei diritti civili, gli ideali della Rivoluzione Francese… e non vogliono ritornare al vecchio regime! In questo momento storico hanno un ruolo fondamentale le organizzazioni segrete come la Carboneria.
La Carboneria
L’obiettivo principale dei Carbonari è di ottenere una costituzione, contro i poteri assolutistici e oppressori. Nel 1820, i due generali Morelli e Silvati cavalcano verso Nola con colonne di uomini per ottenere una carta costituzionale dal re Ferdinando I di Borbone. La ottengono e scatenano l’entusiasmo dei Carbonari di tutta la penisola, che cercano di fare lo stesso nelle proprie regioni. Questi moti del 1820-1821, però, durano poco e sono un fallimento: i sovrani italiani, tanto i Borbone come i Savoia, chiamano in aiuto i potenti austriaci, i quali reprimono le rivolte.
La Giovine Italia e il ’48
I rivoluzionari non si arrendono e si riuniscono in un’altra associazione segreta, chiamata la Giovine Italia, fondata da Giuseppe Mazzini nel 1831. Spaventato da nuove possibili rivolte, il re Carlo Alberto di Savoia concede la costituzione del 1848, che sarà, tredici anni dopo, la costituzione di tutto il paese.
Il 1848 è un anno fondamentale nella storia d’Europa e d’Italia per il gran numero di rivolte della classe media borghese, è anche conosciuto come “la Primavera dei popoli”. Ancora oggi, in italiano, si usa l’espressione “è successo un ’48!” per descrivere una situazione di grande confusione.
Le Cinque Giornate di Milano
Piazza Cinque Giornate è una delle piazze più famose e centrali di Milano. Questa prende il nome dai cinque giorni (18-22 marzo del 1848) in cui i Milanesi scacciano gli invasori austriaci, capeggiati dal vecchissimo generale Josef Radetzky. Gli scontri cominciano quando i Milanesi, stanchi delle tasse imposte dagli invasori, boicottano il tabacco e smettono di comprarlo. I soldati austriaci, allora, cominciano a camminare per le strade con i sigari in bocca, sputando il fumo in faccia ai civili, attaccandoli e obbligandoli a fumare.
La popolazione milanese, esausta, si organizza come può per scacciare i nemici. I Milanesi hanno poche armi e, quindi, prendono in prestito dai musei i vecchi fucili per darli solo ai migliori tiratori; gli astronomi usano i cannocchiali per fare da sentinelle e i ragazzini orfani portano messaggi segreti da un punto all’altro della città. Vengono costruite barricate con carri, porte e persino le tegole dei tetti delle case.
Alcuni dei capi della rivolta vorrebbero chiamare in soccorso Carlo Alberto di Savoia, ma altri temono che questo diventi un nuovo invasore. Alla fine i Piemontesi di Carlo Alberto arrivano, ma un po’ in ritardo: i Milanesi si sono già liberati da soli e gli Austriaci sono in ritirata. Ora tocca all’esercito dei Savoia inseguire lentamente gli stranieri, che però sono già lontani.
Il racconto dettagliato delle Cinque Giornate di Milano:
https://www.treccani.it/enciclopedia/cinque-giornate-di-milano_%28Dizionario-di-Storia%29/
Alcune curiosità su Piazza Cinque Giornate:
https://vecchiamilano.wordpress.com/2010/05/14/porta-vittoria-e-piazza-cinque-giornate/
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