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Ricordi Leone X, il Papa Medici? Egli, appena diventa papa, nomina cardinale suo cugino Giulio. E questo Giulio de’ Medici, qualche anno dopo la morte di Leone (1523), diventa Papa anche lui: il suo nome da Papa è Clemente VII.
Clemente vive in un’epoca turbolenta per la Chiesa e per tutta l’Europa.
Perché? Cosa succede?
Beh, succede che, per una complessa politica matrimoniale il re Carlo I di Spagna, eredita dalla madre non solo la penisola iberica e le Indie (cioè il sud America da poco conquistato), ma anche il sud Italia (Regno di Napoli, Regno di Sicilia e la Sardegna) e le Fiandre (Belgio e Olanda). Dal padre ottiene i territori degli Asburgo (l’Austria) e la Borgogna. Inoltre, nel 1519, Carlo corrompe i principi elettori del Sacro Romano Impero Germanico e ottiene il titolo di imperatore con il nome di Carlo V.
“Sull’impero di Carlo non tramonta mai il sole” dicono i suoi contemporanei. Se guardiamo la cartina dell’Europa ci sono poche zone non occupate da Carlo: la Francia i piccoli staterelli del centro-nord della penisola italica. Il Papa Clemente, Firenze, Milano, Venezia e Genova si alleano con il re di Francia (1526) perché hanno paura di un improvviso attacco da parte del potentissimo Carlo. Ma l’imperatore e re spagnolo non approva quest’alleanza contro di sé e manda nella penisola il proprio esercito per mettere le cose in chiaro.
I Lanzichenecchi
L’esercito di Carlo è composto soprattutto da mercenari tedeschi e luterani, che odiano la Chiesa Cattolica e vedono in Roma la nuova Babilonia e patria della corruzione spirituale. Essi, quando arrivano a Roma nel maggio del 1527, non sono stati ancora pagati dall’imperatore e, quindi, secondo l’usanza, vengono lasciati saccheggiare la città nemica.
Appena entrano in città, il loro comandante viene ucciso e, da questo momento, i Lanzichenecchi non hanno nessuno che dia loro ordini, perciò fanno quello che vogliono: violentano donne di tutte le classi sociali, ricche e povere, non importa se sono giovani, vecchie, bambine o monache. E poi uccidono, rubano tutto quello che trovano, distruggono le opere d’arte e fanno graffiti e scritte oscene sulle pareti delle chiese.
Il nostro Papa Clemente scappa, come sempre fanno i papi, verso l’inespugnabile Castel Sant’Angelo mentre la Guardia Svizzera, i suoi soldati personali, si fanno trucidare per difenderlo nel tragitto. Si dice che, dopo tre giorni di reclusione nel castello, la barba del Papa fosse diventata bianca, per lo shock e il dolore causato dalla devastazione di Roma.
Clemente propone ai Lanzichenecchi il pagamento di un’enorme somma di denaro purché abbandonino la città, e poi si mette in contatto con l’imperatore Carlo. Questo si dichiara addolorato per gli avvenimenti di Roma, lui è un buon cattolico e non avrebbe mai voluto che succedesse una cosa simile! Clemente lo perdona e nel 1530 lo incorona ufficialmente imperatore, ma a Bologna.
Carlo non ha voglia di andare a Roma, dopo quello che hanno fatto i suoi soldati nella capitale la popolazione, come minimo, gli tirerebbe i pomodori.
Carlo, che consolida il proprio potere nel sud e prende anche Milano nel 1535, diventa il grande padrone della penisola. Con lui inizia la storia dell’Italia spagnola. Come diranno un secolo dopo i viaggiatori inglesi, in questa fase “l’Italia ha troppo Papa e troppa Spagna.”
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