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Giulio II il guerriero
Papa Giulio II, quello che chiama Michelangelo per gli affreschi della Cappella Sistina, è conosciuto come “il papa guerriero”.
Egli sceglie il nome di Giulio perché si sente il nuovo Giulio Cesare e, appena eletto, con un enorme corteo, fa una marcia trionfale per tutta Roma, come un imperatore romano.
Questo nuovo papa porta avanti una politica fortemente antifrancese anche se, ai tempi del Papa Alessandro Borgia i Francesi li aveva aiutati eccome, sperando di mettere i bastoni fra le ruote al suo predecessore.
Ma le cose gli erano andate male, e poi, quando Alessandro era morto, aveva dovuto piegarsi a chiedere l’aiuto di Cesare Borgia per farsi eleggere. C’era riuscito grazie a un bel po’ di denaro. Però, lo abbiamo già detto, quando finalmente diventa papa, Giulio non ha pietà per nessuno e quindi manda Cesare come prigioniero in Castel Sant’Angelo.
La fine di Cesare Borgia
Cesare scappa, ma Giulio lo trova e lo manda in Spagna, fuori dai piedi! Rinchiuso in una torre, Cesare prende una corda e si cala fuori da una finestra. Purtroppo (a venti metri d’altezza!) qualcuno taglia la corda e lo fa cadere di sotto. Ma Cesare è come Ironman: le fratture a braccia e gambe non sono un problema! Salta a cavallo e arriva da un suo familiare (se ricordi, i Borgia sono spagnoli). Muore pochi anni dopo in battaglia (1507). Quando i nemici gli tolgono l’armatura, il suo corpo è pieno di piaghe per la sifilide.
Cambi di schieramento
Dopo aver spedito Cesare in Spagna, Giulio istituisce la Guardia Svizzera, i bodyguard del papa che tutt’ora girano per San Pietro con i loro buffi cappelli. Nel 1508 forma la lega di Cambrai insieme all’imperatore germanico, al re di Francia e a quello di Spagna, i tre invasori della penisola. Perché? Per annientare Venezia, per spegnere “come se fosse un incendio, la insaziabile cupidigia dei Veneziani e la loro sete di dominio”.
Venezia, a quel tempo, è assai potente e ha colonie nel Mediterraneo e in Oriente però… far alleare tre degli uomini più potenti d’Europa e attirare il loro interesse contro il territorio italiano è un’assurdità!
Papa Giulio II se ne accorge e cambia schieramento, alleandosi con Venezia e mettendo la Francia sotto il bando papale, cioè l’esclusione dalla Chiesa Cattolica.
L’anno dopo anche l’imperatore germanico e il re di Spagna cambiano schieramento e si forma la Lega Santa contro la Francia (1511). Poco tempo dopo Giulio II, difensore di severi costumi e della moralità del clero, muore di sifilide, una malattia a trasmissione sessuale…
Il primo papa fiorentino, Giovanni de’ Medici
Giovanni de’ Medici è il secondo figlio di Lorenzo il Magnifico e, fin da giovane, viene destinato alla carriera ecclesiastica. A lui piace la letteratura e la poesia, ma si deve presto rassegnare al suo destino. Diventa cardinale e assiste, nel 1494, all’espulsione da Firenze di suo fratello Pietro.
Firenze, come repubblica, dà parecchi problemi ai papi, prima ad Alessandro VI Borgia che manda al rogo il predicatore Savonarola e poi anche a Giulio II, perché la Repubblica di Firenze è alleata dei nemici francesi.
Per questo il papa guerriero, anche se non è molto amico del cardinale Giovanni de’ Medici, lo aiuta a riprendere la città (1512). Ora che la sua famiglia governa nuovamente Firenze, Giovanni è potentissimo e, alla morte di Giulio II, viene eletto papa con il nome di Leone X.
Come provocare una riforma in pochi e semplici passi
Lo spirito con cui Leone X si dedica al suo ruolo di capo della Chiesa viene da lui espresso in una lettera a un fratello: “Dio ci ha dato il papato… godiamocelo!”
Il giorno della sua incoronazione fa le cose in grande: organizza una sfilata per le vie di Roma e fa ricoprire un bambino di oro liquido, come simbolo del potere e della rinascita della Chiesa. Il bambino muore intossicato poco dopo, ma… che importa?
Quasi tutti i giorni, Leone richiede dei banchetti con venticinque portate e incredibili feste. Inventa posti di lavoro in Vaticano per i membri della sua famiglia, che vengono ovviamente strapagati. Dopo un anno le casse del papa sono vuote. Ma Leone si è messo in testa di fare completare la Basilica di San Pietro a Roma. Come fare? Mettendosi d’accordo con l’arcivescovo tedesco Alberto di Hohenzollern.
“Puoi vendere le indulgenze ai fedeli” gli dice Leone “ma gli ingressi li dividi con me, facciamo cinquanta e cinquanta.”
Al monaco Martin Lutero viene il voltastomaco quando vede che il vescovo tedesco sta vendendo, per conto del papa, il perdono per i peccati ai poveri fedeli ignoranti. E, così, scrive 95 tesi e le affigge sulla porta della cappella di Wittenberg (1517). In questo modo inizia la protesta contro la Chiesa Cattolica che porterà alla separazione della chiesa detta appunto “protestante”.
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