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Inferno – Canto VII
I personaggi
Dante: è il protagonista del viaggio nell’Inferno. Dante è vissuto nel tredicesimo secolo, epoca in cui la Chiesa cattolica era molto ricca e corrotta. Dante è stato un politico importante e, poco dopo, è stato esiliato. Perciò sa molto bene che, per l’ essere umano, la fortuna è mutevole.
L’anima di Virgilio: ha già affrontato vari personaggi infernali inquietanti, quando hanno cercato di fermare Dante (Caronte, Minosse, Cerbero). Adesso è il turno di Pluto.
Pluto: per gli antichi romani era il dio degli inferi. “Pluto” significa infatti “ricchezza”: perchè il suo regno era sempre ricco… di morti! Nella descrizione di Dante è invece un demone che, come un lupo, ulula invocando Satana.
La storia
I due poeti scendono nel quarto cerchio e un altro mostro inquietante si pianta loro davanti. È Pluto, un demonio bestiale che, urlando, invoca Satana con parole incomprensibili. Ma l’impavido Virgilio lo zittisce e quello, immediatamente, si sgonfia come la vela di una barca quando smette di soffiare il vento.
Dante vede dinnanzi a sè una quantità impressionante di anime. Esse sono divise in coppie. Ciascuna delle due anime di ogni coppia spinge un gigantesco sasso verso l’altra. Quando i due sassi si scontrano le anime iniziano ad insultarsi a vicenda, si urlano dietro come cani. Poi si allontanano con il proprio sasso e, di nuovo, tornano a spingerlo l’una verso l’altra finchè si scontrano. E così per l’eternità.
Dante vuole sapere chi siano. “Ciascuna coppia è composta da un avaro ed uno spendaccione: durante la vita hanno dato importanza al denaro. Ma il denaro va e viene, a seconda della Fortuna che Dio amministra. La Fortuna è mutevole e gli uomini non possono controllarla” spiega Virgilio.
Indica poi i numerosi uomini calvi presenti: sono preti, vescovi e persino papi, tutti peccatori attaccati al denaro! L’ autore Dante denuncia apertamente il malcostume della Chiesa, in modo assai coraggioso.
Dante e Virgilio abbandonano il cerchio e scendono ancora. Si ritrovano in una palude fetida. Le bolle che si formano nella palude, spiega Virgilio, provengono dalle molte anime che sono sott’acqua e sono condannate a ingozzarsi con il fango. Fanno ribollire la melma. Si distingue solo lo strato delle anime in superficie. Esse sono nude e si picchiano usando mani, piedi, testa e corpo, e non solo: si mordono tra loro, si mutilano l’una con l’altra. Per l’eternità.
Dante viene a sapere che si tratta degli iracondi, gente incapace di controllare la propria ira. Adesso, da morti, o fanno bollire l’acqua oppure si consumano (si mangiano) tra loro. In italiano si usano le espressioni “ribollire per l’ira” ed “essere consumati dall’ira”. Nel caso degli iracondi la punizione dell’inferno è quindi simile al peccato che hanno commesso in vita.
Testi e analisi
Extract one
La denuncia ai rappresentanti della Chiesa. Virgilio spiega che:
(original Italian, lines 46-48, see link above)
Questi fuor cherci, che non han coperchio
piloso al capo, e papi e cardinali,
in cui usa avarizia il suo soperchio
(interpretation in modern Italian)
Questi, che non hanno la testa coperta di capelli, sono preti (chierici), papi e cardinali, nei quali l’avarizia è dominante.
(Longfellow’s English translation)
Clerks those were who no hairy covering
Have on the head, and Popes and Cardinals,
In whom doth Avarice practise its excess.
Extract two
Le anime degli iracondi:
(original Italian, lines 112-116, see link above)
Queste si percotean non pur con mano,
ma con la testa e col petto e coi piedi,
troncandosi co’ denti a brano a brano.
Lo buon maestro disse: “Figlio, or vedi
l’anime di color cui vinse l’ira”‘
(interpretation in modern Italian)
Queste (anime) si picchiavano non solo con le mani, ma con la testa, con il petto e coi piedi, facendosi a pezzi coi denti.
Il buon maestro (Virgilio) disse: “Figlio (così chiama affettuosamente Dante) ora vedi le anime di coloro che sono stai vinti dall’ira”
(Longfellow’s English translation)
They smote each other not alone with hands,
But with the head and with the breast and feet,
Tearing each other piecemeal with their teeth.
Said the good Master: “Son, thou now beholdest
The souls of those whom anger overcame
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