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Inferno – Canto XXX
I personaggi
Dante: osserva con grande curiosità e attenzione uno scontro tra due dannati. Per questo viene duramente rimproverato da Virgilio. Dante è così mortificato che non riesce nemmeno a scusarsi con il maestro.
L’anima di Virgilio: in questo canto è la personificazione della Ragione. Perciò rimprovera Dante che, curioso, rimane imbambolato davanti a uno scontro tra due dannati. “Voler udire ciò è bassa voglia” sentenzia Virgilio, ovvero “impicciarsi dei litigi dei poveracci è un desiderio spregevole, indegno, basso”.
Maestro Adamo: Fiorentino contemporaneo di Dante, è un falsario: falsificava i fiorini, la moneta di Firenze. Nell’Inferno è presentato come un malato, con una pancia gonfia di acqua marcia e con le labbra secche per la sete insaziabile.
Sinone: è un personaggio della letteratura greca. Fu il greco che convinse i troiani, con l’imbroglio, a portare dentro le mura il cavallo di legno (per dettagli su questo mito vedi Canto XXVI, sezione ‘Ulisse’).
La storia
Dante e Virgilio si trovano ancora nella decima bolgia, in mezzo alle anime dei falsari. Essi, come si è visto nel canto precedente, sono dei malati cronici.
Si avvicina loro un’anima con la pancia gonfia e le labbra secche. Ha sete ma non c’è acqua per lui: questa è la sua atroce punizione. Si tratta del falsario fiorentino mastro Adamo. Dante parla un po’ con lui e poi, indicando un altro dannato, gli chiede: “Chi è quell’anima?” Mastro Adamo risponde: “È il falso Sinone che, per la febbre acuta, emana tanta puzza”. A Sinone non va di essere presentato in quel modo, dunque dà un pugno sul pancione di Adamo e i due iniziano ad azzuffarsi. Dante assiste con interesse alla rissa, finché Virgilio lo sgrida: “Impicciarsi dei litigi volgari è una cosa spregevole!” Il povero Dante si vergogna così tanto che non sa cosa rispondere e rimane in silenzio.
Testi e analisi
Extract one
Maestro Adamo si presenta ad Dante e Virgilio:
(original Italian, lines 58–63, see link above)
“O voi che sanz’alcuna pena siete,
e non so io perché, nel mondo gramo”,
diss’elli a noi, “guardate e attendete
a la miseria del maestro Adamo;
io ebbi, vivo, assai di quel ch’i’ volli,
e ora, lasso!, un gocciol d’acqua bramo”.
(interpretation in modern Italian)
“O voi, che non avete pene (infernali)
e invece io non sono in questa condizione perché fui malvagio in vita (nel mondo)”
ci disse quello (mastro Adamo) “state a guardare
la miseria del maestro Adamo;
io ebbi, da vivo, in abbondanza ciò che volevo
e ora, stanco, vorrei (solo) un goccio d’acqua”.
(Longfellow’s English translation)
“O ye, who without any torment are,
And why I know not, in the world of woe,”
He said to us, “behold, and be attentive
Unto the misery of Master Adam;
I had while living much of what I wished,
And now, alas! a drop of water crave.
Extract two
Si scatena la rissa tra mastro Adamo e Sinone:
(original Italian, lines 100–105, see link above)
E l’un di lor, che si recò a noia
forse d’esser nomato sì oscuro,
col pugno li percosse l’epa croia.
Quella sonò come fosse un tamburo;
e mastro Adamo li percosse il volto
col braccio suo, che non parve men duro
(interpretation in modern Italian)
E uno di loro (Sinone), che si offese
forse per essere stato presentato così male,
con il pugno gli colpì la pancia gonfia.
Quella suonò come fosse un tamburo;
e mastro Adamo gli colpì il viso
col suo braccio, che non sembrava meno duro
(Longfellow’s English translation)
And one of them, who felt himself annoyed
At being, peradventure, named so darkly,
Smote with the fist upon his hardened paunch.
It gave a sound, as if it were a drum;
And Master Adam smote him in the face,
With arm that did not seem to be less hard
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