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Inferno – Canto XVIII
I personaggi
Dante: il protagonista del viaggio, riconosce nelle Malebolge personaggi della mitologia classica, ma anche molti uomini a lui contemporanei.
L’anima di Virgilio: persino lui (grande maestro ed elegante scrittore!) adatta il proprio linguaggio al luogo basso e volgare dell’Inferno, in cui si trova.
Venedico Caccianemico: bolognese contemporaneo di Dante, aveva obbligato sua sorella a concedersi a un Conte (diciamo pure: a prostituirsi). In questo modo, Venedico voleva ottenne grandi favori dal nobile. Nell’Inferno, la sua anima prova vergogna per il luogo in cui si trova e, quando Dante lo riconosce, abbassa la testa per non farsi vedere.
Giasone: eroe della mitologia greca, aveva abbandonato più di una fanciulla incinta per proseguire i propri viaggi. Perciò sta nella bolgia dei seduttori.
Alessio Interminei: lucchese contemporaneo di Dante, famoso per essere un gran leccapiedi. Per questo sta tra gli adulatori. Anche lui, come Venedico, prova vergogna della propria condizione, non vorrebbe essere notato. Infatti, a Dante che lo osserva, egli chiede: “Perché stai a guardare solo me e non anche gli altri dannati?”
Taide: è un personaggio della commedia romana nonché la seconda donna che appare tra le anime peccatrici, dopo Francesca (canto V). Sta nell’Inferno perché è stata una adulatrice (una leccapiedi) e non per il suo mestiere di prostituta.
La storia
Eccoci nell’ottavo cerchio, dove stanno i fraudolenti, coloro che ingannano con malizia. La struttura dell’intero cerchio è a forma di cono diviso in fossati, quanto più bassi tanto più stretti. Questi fossati di pietra ferrosa, attraversati da ponticelli (su cui camminano Dante e Virgilio) e stracolmi di anime che hanno commesso uno stesso peccato, si chiamano Malebolge.
Nella prima malabolgia (o bolgia) stanno dei diavoli cornuti che frustano sulle natiche le anime dei ruffiani (cioè coloro che cercano di compiacere i potenti) e dei seduttori.
Dante riconosce il bolognese Venedico Caccianemico, che si vergogna della sua condizione e, sotto gli occhi di Dante, riceve una bella frustata da un diavolo, che gli urla: “Cammina, muoviti, qui non ci son donne da far prostituire!” Poco dopo, tra i seduttori, Dante scorge l’imponente eroe greco Giasone.
Nella seconda Malabolgia, invece, si trovano gli adulatori (ovvero i leccapiedi) affondati nel letame. Ce n’è uno che Dante ha già visto ma non ricorda dove… del resto, quello ha la testa così sporca “di merda” che è difficile riconoscerlo. Ma sì, ora ricorda! È Alessio Interminei, toscano di Lucca.
Prima di proseguire oltre, Virgilio dice a Dante: “Guarda quella lì, tutta spettinata che si graffia la faccia con le unghie merdose. Quella è Taide, la puttana”.
Testi e analisi
Extract one
Un demonio frusta Venedico, che si era fermato a parlare con Dante:
(original Italian, lines 64–66, see link above)
Così parlando il percosse un demonio
de la sua scurïada, e disse: “Via,
ruffian! qui non son femmine da conio”.
(interpretation in modern Italian)
Mentre (Venedico) parlava, un demonio
con la sua frusta lo colpì e disse: “Via,
ruffiano! Qui non ci sono donne (femmine) da denaro (da far prostituire)”.
(Longfellow’s English translation)
While speaking in this manner, with his scourge
A demon smote him, and said: “Get thee gone
Pander, there are no women here for coin.”
Extract two
Immerso nello sterco, sta Alessio Interminei:
(original Italian, lines 115 – 117, see link above)
E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
vidi un col capo sì di merda lordo,
che non parëa s’era laico o cherco.
(interpretation in modern Italian)
E mentre che io cerco laggiù (nella bolgia degli adulatori) con la vista,
vidi una testa così sporca di merda,
che non si capiva se fosse un laico o un ecclesiastico.
(Longfellow’s English translation)
And whilst below there with mine eye I search,
I saw one with his head so foul with ordure,
It was not clear if he were clerk or layman.
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