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La fine del millennio in Italia: gli anni ’90 e l’entrata in politica di Silvio Berlusconi
Berlusconi entra in politica quando vede che, dopo numerosi scandali, l’ala moderata e conservatrice è in difficoltà e senza un leader. I socialisti hanno perso consenso con gli affari sporchi di Tangentopoli che coinvolgono, tra gli altri, il capo del partito Craxi (vedi capitoli 23 e 25) e, parallelamente, molti politici democristiani vengono scoperti a fare affari con la mafia. In questa fase si crea una prospettiva favorevole per i partiti di estrema Sinistra, che potrebbero facilmente prendere il potere.
I processi giudiziari contro Berlusconi
Quindi, sfruttando la “paura dei comunisti” della classe piccolo e medio borghese oltre che dei grandi imprenditori come lui, Berlusconi fonda in fretta un partito e, incredibilmente, solo 60 giorni dopo, vince le elezioni politiche. Inizia qui l’era del berlusconismo, che si estende oltre la fine del millennio. Il “Cavaliere” (soprannome di Berlusconi) sarà per quattro volte Presidente del Consiglio e sarà anche imputato in venti processi giudiziari (tra le altre cose per corruzione, associazione mafiosa, falso in bilancio, frode fiscale, tangenti, abuso d’ufficio).
La maggior parte di questi processi sono caduti in prescrizione, cioè è passato troppo tempo dal loro inizio per poterli concludere. Quindi, senza sentenza, come uno yogurt scaduto, sono stati richiusi e buttati via. Altri sono stati interrotti o annullati perché, nelle fasi in cui ha governato, Berlusconi è riuscito a cambiare o eliminare le leggi che lo rendevano colpevole.
Per conoscere meglio il personaggio che ha diviso l’opinione pubblica in Italia per oltre vent’anni e che è stato protagonista degli anni ’90, dobbiamo fare un passo indietro nella sua storia.
Da showman a imprenditore
Il giovane Silvio Berlusconi, dopo la breve carriera da cabarettista, cantante e animatore sulle navi da crociera, sfruttando il boom economico degli anni ’60, muove i primi passi nel settore edilizio (costruzione di edifici e vendita di appartamenti). Già nel 1968, fonda una vera e propria città residenziale chiamata Milano 2, nella periferia milanese. Il denaro per questi suoi investimenti ha origine nella Banca Rasini, in cui lavorava suo padre, accusata ripetutamente di riciclaggio di denaro che i mafiosi portavano al nord.
Mediaset: la TV di Berlusconi
Berlusconi fonda anche una televisione privata che sopravvive grazie alla pubblicità, ma essa viene perseguita penalmente perché, a quel tempo, la Rai detiene il monopolio. Se la sua televisione chiude, Berlusconi dovrà restituire i soldi alle compagnie che hanno già pagato: il giovane imprenditore deve trovare una soluzione in fretta! Trasferisce quindi una enorme somma di denaro ai conti svizzeri personali di Craxi e… miracolo! In pochi giorni, Craxi fa passare una legge che rende lecita l’esistenza delle televisioni private (1984).
Mediaset, l’emittente privata di Berlusconi, diventa la televisione più popolare del paese. I suoi canali sono un prodotto completamente nuovo e hanno un grandissimo impatto sulla mentalità degli italiani, abituati ai programmi educativi e ai toni moraleggianti della Rai (vedi episodio 11).
I valori e le passioni di Berlusconi nella sua TV
Berlusconi ama la musica, vuole apparire, essere al centro dell’attenzione e risultare simpatico raccontando barzellette e facendo scherzi, e poi ha una grande passione per le donne giovani, belle e silenziose: e perciò la sua televisione trasmette (ancora oggi) talent show musicali, quiz pieni di luci e colori, spettacoli di intrattenimento in cui attraenti ragazze poco vestite, che non parlano mai, sorridono, fanno balletti e stanno in piedi a fianco dei presentatori.
È attraverso la propria televisione che Berlusconi si fa pubblicità per le elezioni, vinte nel 1994 con il partito di Destra da lui fondato: Forza Italia. Il nuovo presidente mette le numerose società che possiede a nome dei figli o di persone di fiducia: in questo modo gli è più facile fare delle leggi che favoriscano le sue imprese evitando l’accusa di conflitto di interesse.
La caduta del primo governo e la fine del millennio
Dopo meno di un anno, la connessione tra Berlusconi e la mafia fanno cadere il suo primo governo. Ma Berlusconi non si arrende e diventa leader della coalizione di Destra durante il governo della Sinistra di Prodi, che porta l’Italia nel nuovo millennio. Berlusconi e la Destra torneranno al governo altre tre volte.
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