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Il Maxiprocesso contro la Mafia
Il pool antimafia
Uno dei grandi difetti della lotta a Cosa Nostra è il fatto che ogni giudice istruttore lavora per conto proprio. Finalmente, all’inizio degli anni ’80, si riunisce un pool di giudici perché lavorino insieme ai casi di mafia. Ciò è fondamentale perché i delitti mafiosi sono connessi tra loro e una sola indagine unitaria permette di scoprire le trame e i personaggi nascosti nelle profondità dell’organizzazione.
I magistrati del pool antimafia, sotto la direzione di Rocco Chinnici, preparano il cosiddetto “Maxiprocesso”. È la prima volta che viene affrontato in modo organico il problema della Mafia, di cui non si conoscono bene le gerarchie interne, il funzionamento, la vastità degli affari né le tradizioni e i codici di comportamento.
Il primo avvertimento
Nel 1983 Rocco Chinnici e i Carabinieri della sua scorta vengono uccisi da un’autobomba preparata dalla Mafia. È il primo avvertimento al pool che, però, non si arrende perché è guidato da due uomini brillanti, coraggiosi e infaticabili: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
I pentiti offrono nuove informazioni su Cosa Nostra
Il pool ottiene, in questo stesso anno, le prime vittorie importanti catturando alcuni mafiosi che decidono di collaborare con lo Stato e vengono definiti “pentiti”. Il pentito Antonio Buscetta, tra gli altri, dà moltissime informazioni preziose ai giudici del pool antimafia: fa i nomi (quasi 370) dei mafiosi più importanti, tra cui i responsabili degli omicidi di Dalla Chiesa e dei magistrati morti negli anni precedenti, spiega i rituali e la situazione interna a Cosa Nostra, denuncia chi sta al vertice (“cupola”) della piramide gerarchica mafiosa e chi, tra i politici siciliani, ha collaborato con la mafia.
Il Maxiprocesso e la fine del pool: una grande vittoria e una tragica sconfitta
Gli omicidi degli uomini dello Stato non smettono e i giudici del pool antimafia e le loro famiglie vivono sotto scorta. Neanche la paura e la quasi totale privazione di libertà, però, bastano a fermarli.
Finalmente, nel 1986, si fa il Maxiprocesso: vengono processati contemporaneamente 475 mafiosi, tutti sono riconosciuti colpevoli e condannati in via definitiva. Subito dopo, però, lo Stato commette un grandissimo errore: affida il pool a direttori incompetenti in materia, invece di affidarlo al più grande esperto di mafia al mondo, il magistrato Falcone, che ne è da tempo il leader. Insomma: il pool viene sciolto e i giudici sono costretti, di nuovo, a lavorare individualmente.
Link utili
Ecco un interessante e dettagliato documentario sul Maxiprocesso: https://youtu.be/4tTQyOei8iU
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