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Il faticoso cammino verso una nuova mentalità (anni ’70 e ’80)
Il ruolo delle donne nella famiglia e il matrimonio
Nel corso degli anni ’70 una serie di leggi modificano in molti aspetti la vita degli italiani: la maggiore età passa da 21 a 18 anni, nasce lo “Statuto dei lavoratori” (vedi capitolo) e viene riformato il diritto di famiglia: in esso si difende la parità di marito e moglie, si garantisce la tutela della donna, si formula la possibilità di mettere i beni della coppia in comune, si attribuisce a entrambi i genitori la patria potestà (non più solo al padre). Inoltre si elimina ogni distinzione fra figli legittimi e illegittimi.
Il matrimonio, poi, può essere annullato (cioè considerato non valido) se uno dei coniugi è stato obbligato o spinto da minacce e paura a sposarsi, oppure se è stato ingannato, nel senso che il partner gli ha nascosto una malattia, dei gravi reati commessi o la gravidanza causata da un altro individuo. Infine viene introdotto il divorzio, che è una vera conquista in un paese fortemente cattolico e governato dalla Democrazia Cristiana. È il popolo stesso che vota “sí” al divorzio, al referendum del 1970.
Uno stato laico, ma solo in teoria
Nel 1984, con l’Accordo di Villa Madama, vengono “regolate le condizioni della religione e della Chiesa in Italia”. In altre parole, si rivede la relazione tra Stato e Chiesa, fino ad allora regolata dai Patti Lateranensi del 1929 tra Mussolini e Papa Pio XI.
A Villa Madama si stabilisce, nei fatti, che la Chiesa Cattolica ha un rapporto privilegiato con lo Stato, nonostante la Costituzione Italiana definisca l’Italia uno stato laico. Uno stato laico, chiaramente, non può privilegiare nessuna confessione, setta o orientamento religioso. E, invece, la Repubblica Italiana concede privilegi e immunità ai membri del clero che, fra le altre cose, se commettono un reato vengono giudicati dal tribunale ecclesiastico e non statale.
Le tasse e l’8 per mille
Il governo Craxi, che proprio in quegli anni sta combattendo strenuamente contro l’evasione fiscale (per esempio, introducendo l’obbligo di scontrini e fatture), colpisce duramente gli imprenditori che non pagano le tasse. In modo per nulla coerente, lo stesso Craxi ordina: “Non affamate i preti!”. Decide, cioè, di non tassare le offerte dei fedeli cattolici alla Chiesa né le molte proprietà ecclesiastiche, e permette agli italiani di dare l’8 per mille delle proprie tasse allo Stato o alla Chiesa Cattolica.
Fra le altre concessioni alla Chiesa di Roma c’è anche la validità civile del matrimonio realizzato in chiesa e la parità delle scuole cattoliche (chiamate appunto “paritarie” o “private”) rispetto a quelle pubbliche. Nelle scuole pubbliche, in teoria laiche, viene offerta agli studenti la possibilità, un’ora a settimana, di studiare la religione cattolica (ma non l’islam, il buddismo, il taoismo, l’anglicanesimo, eccetera).
Link utili
Ad oggi, l’8 per mille può essere donato a altre Chiese, oltre a quella Cattolica. Se vuoi saperne di più, clicca qui: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Otto_per_mille
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