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Un nuovo personaggio sulla scena politica e il Pentapartito (1981-1991)
Crisi politica ed economica
Dopo l’assassinio di Aldo Moro, una sensazione di incertezza si abbatte sulla politica italiana. Il Ministro degli Interni e il Presidente della Repubblica si dimettono e si assiste a un allontanamento dei cittadini dalle piazze e dalla vita politica.
Uno degli eventi che meglio caratterizzano questo momento storico è la marcia di quarantamila lavoratori della FIAT. La compagnia di automobili torinesi non è l’unica azienda in crisi: alla fine degli anni ’70 si è arrestato il boom economico e l’Italia affronta la recessione e l’inflazione.
La marcia dei quarantamila
Nel 1980 a Torino, 40.000 “colletti bianchi” lavoratori della FIAT, fanno una marcia per le strade della città chiedendo di poter lavorare in pace senza i continui scontri, scioperi e manifestazioni. Hanno paura che, se non si lavora, la FIAT farà un licenziamento di massa, poiché l’azienda sta attraversando una grave crisi economica. Ovviamente questi lavoratori non appartengono alla fascia più bassa e non subiscono le peggiori condizioni di lavoro. Ma, in ogni caso, la loro manifestazione mette fine ai violenti scioperi dei loro colleghi proletari.
Bettino Craxi e la rinascita del Partito Socialista
L’intesa raggiunta tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista fallisce dopo la morte di Aldo Moro ed entrambi i partiti perdono consenso. Si risolleva, viceversa, il Partito Socialista (PSI) che per molti anni aveva ottenuto pochissimi voti. Alla sua testa c’è Bettino Craxi, un personaggio giovane e secondario nelle file del PSI: i suoi colleghi socialisti lo scelgono come leader pensando di poterlo manovrare e poi togliere di mezzo quando non sarà più utile.
Ma Craxi non è affatto uno sprovveduto e, anzi, combatte e vince contemporaneamente due battaglie: una interna al partito, per affermarsi e consolidare il proprio potere, e l’altra contro i due grandi partiti (comunista e democristiano), che per decenni hanno schiacciato il PSI.
Craxi si presenta come un giovane uomo dinamico e intraprendente, gli piace circondarsi di personaggi celebri, vive in un hotel a Roma, si veste in modo elegante ed eccentrico. Ma è anche estremamente scrupoloso e organizzato sul lavoro e, perciò, viene soprannominato “il tedesco”. La sua immagine è del tutto diversa da quella dei vecchi, grigi e deprimenti politici della Democrazia Cristiana, monotoni e vestiti tutti uguali.
Il giovane socialista non ha paura di prendere le distanze dal Partito Comunista che, per decenni, aveva mantenuto il PSI in posizione subordinata. Si allontana dichiaratamente da Marx, Lenin e dall’approccio sovietico, secondo cui lo Stato autoritario comanda e controlla. Sceglie, invece, come referente teorico Proudhon, mettendo al primo posto la libertà dell’individuo garantita dalla democrazia e dalla pluralità. Cambia anche la simbologia del partito, sostituendo falci e martelli con un fiore rosso: il garofano.
Il Pentapartito
Il Partito Socialista con Craxi aumenta il consenso, ma è ancora un partito minore. Perciò, nel 1981, Craxi riunisce in un camper (non aveva un ufficio?!) i rappresentanti della Democrazia Cristiana e di altri tre partiti più piccoli. Alla fine della riunione, questi firmano un accordo e nasce il “Pentapartito”.
L’alleanza prevede che ognuno dei cinque componenti, indipendentemente dal loro peso politico, a turno, fornisca il Presidente del Consiglio. Al terzo giro, nel 1983, tocca a Craxi, che sarà il primo socialista a ricoprire questa carica. Il Pentapartito, di cui Craxi è l’uomo più rappresentativo, è una formula assolutamente nuova e governa la politica italiana per dieci anni, fino al 1991.
Link utili
Qui di seguito un video ed un documentario sugli anni del Pentapartito:
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