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Gli anni ’70 e ’80: i movimenti studenteschi, i figli dei fiori e la musica
Nelle università di fine anni ’60 e inizio anni ’70 i figli dei ricchi non sono gli unici studenti. Per la prima volta, gli appartenenti alla classe lavoratrice mandano i loro figli all’università. Data la loro condizione sociale e la loro istruzione, queste giovani menti compiono una riflessione sulla situazione politica ed economica del Paese e sono determinate a cambiarla.
Per questa ragione, nel ’68 e negli anni successivi, manifestano nelle piazze, unendosi alle rivolte e alle manifestazioni degli operai, alzando il pugno chiuso e sfilando in corteo (vedi capitolo 18). Ma i libri di Marx non sono l’unica influenza che subiscono i giovani italiani di quegli anni.
I figli dei fiori
Il movimento hippy, diffusosi tra i giovani americani negli anni ’60 arriva, con un po’ di ritardo, anche in Europa e nella penisola. Imitando i loro coetanei d’oltreoceano, molti giovani italiani adottano uno stile di vita alternativo, sono vegetariani, ambientalisti, difendono la libertà sessuale, ripetono slogan come “Non fate la guerra, fate l’amore” e “mettete fiori nei vostri cannoni”. Questi giovani vengono chiamati “figli dei fiori”, “fricchettoni” (dall’aggettivo inglese freak) o “capelloni” (perché portano i capelli lunghi).
Il cambio di stile non si limita all’abbigliamento: arriva anche la buona musica.
La musica degli anni ’70 e ’80
L’identità dell’Italia è sempre stata fortemente legata alla musica: dalla musica popolare e folk a quella lirica, ai grandi interpreti della canzone italiana della prima metà del ‘900.
Negli anni ’70 nascono nuove stazioni radio che fanno conoscere la musica internazionale agli italiani e, inoltre, si diffondono le audiocassette, su cui è possibile registrare infinite volte (così nasce anche la pirateria, cioè la copia e riproduzione di materiale audiovisuale protetto da copyright). Intanto anche i vinili e il giradischi entrano nelle camere dei giovani italiani.
Il cantautorato
Il prodotto musicale italiano più distintivo di questi anni è il cantautorato. Nelle canzoni dei cantautori (che sono cantanti ma anche autori dei propri testi e pezzi) le parole hanno un ruolo fondamentale, quasi più importante della musica e, infatti, molti di loro suscitano polemiche, tra i conservatori, perché hanno abilità canore mediocri: cantano male.
I testi dei cantautori possono essere sentimentali, ironici, satirici, di protesta e persino surreali, spesso esprimono il disagio della gioventù colta ed attiva politicamente che comprende che i soldi non fanno la felicità. La lista dei cantautori italiani è lunghissima, e qui possiamo citarne solo alcuni.
Ad esempio il genovese Fabrizio De André, che odia farsi pubblicità andando in tivù o facendo apparizioni in pubblico. Egli ha l’atteggiamento del poeta maledetto e underground e nelle sue canzoni più famose i protagonisti sono personaggi umili e scandalosi come la prostituta “Bocca di rosa”.
Oppure Lucio Battisti che, pur non essendo un buon cantante, mette d’accordo tutto il pubblico sulla genialità delle sue canzoni, semplici ma non banali, con musiche orecchiabili ma per niente stucchevoli e testi profondi che affrontano temi semplici.
E poi ci sono Francesco Guccini, con le sue lunghe ballate di tema politico, ed Edoardo Bennato, con il suo rock antisistema mischiato a un pop orecchiabile e ballabile (“sono solo canzonette” dice lui stesso), che diventano un punto di riferimento per la cultura giovanile.
E, ancora, Lucio Dalla con la sua abilità musicale, strumentale e compositiva, e Francesco De Gregori, che usa il linguaggio metaforico e poetico nei testi con apparente semplicità.
La musica italiana assorbe influenze psichedeliche come nel caso del gruppo Area, ma anche blues, jazz e funky che, per esempio, si fondono con i toni melodici, con l’impronta folk e con il dialetto napoletano nei pezzi eccezionali dei Napoli Centrale e di Pino Daniele.
Link utili
Ecco i canali di YouTube dei cantanti citati nell’episodio. Buon ascolto!
Fabrizio De André
Lucio Battisti
Francesco Guccini
Edoardo Bennato
Lucio Dalla
Francesco De Gregori
Pino Daniele
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