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La Democrazia Cristiana di Aldo Moro si allea con i socialisti (1960-1970)
La Democrazia Cristiana e i socialisti formano il Centro-Sinistra
Nel capitolo 8 abbiamo lasciato il partito politico più potente, la Democrazia Cristiana (DC), alle prese con una serie di difficoltà. Le forze di Sinistra, i sindacati e gli operai non si sentono rappresentati dal governo democristiano, soprattutto dopo che la DC si è alleata con il Movimento Sociale Italiano cioè il partito neofascista. I manifestanti di Sinistra invadono le piazze di tutta Italia, e polizia e carabinieri sparano sulle folle facendo parecchie vittime.
La DC capisce che deve trovare un modo per evitare la situazione di costante tensione e per recuperare consensi in modo da avere un governo stabile. Guidati da Aldo Moro, i democristiani cercano allora un’alleanza con il Partito Socialista.
La frammentazione della Sinistra
In questo modo ottengono l’appoggio di una parte importante della Sinistra e, allo stesso tempo, rompono lo schieramento della Sinistra: il Partito Comunista, considerato estremista e pericoloso, è isolato e non può più contare sull’appoggio dei socialisti. Dalla collaborazione tra socialisti e Democrazia Cristiana nasce il Centro-Sinistra.
Il leader socialista Pietro Nenni accetta l’alleanza in cambio di un programma di riforme a favore della classe lavoratrice e di modernizzazione del Paese anche con la statalizzazione di diverse aree e delle industrie elettriche (ENEL). Non tutti i socialisti accettano il compromesso: abbandonano Nenni e fondano un secondo partito socialista che mantiene l’alleanza con i comunisti.
L’opposizione del Presidente della Repubblica e il golpe fallito
Nei primi tempi, il governo di Centro-Sinistra è fortemente ostacolato da Antonio Segni, il Presidente della Repubblica. Segni è un conservatore e considera scandalosa l’alleanza con la Sinistra socialista. Perciò, insieme al capo dei Carabinieri De Lorenzo, prepara un piano, un colpo di stato, che deve entrare in azione appena il Governo Moro dimostra di essere in difficoltà.
Il “Piano Solo”, cioè il piano di Segni e De Lorenzo, prevede la cattura e deportazione in una base militare segreta in Sardegna di più di 700 importanti uomini di Sinistra, oltre a un presidio di controllo nella televisione Rai, la chiusura dei giornali di Sinistra e la repressione, da parte dei Carabinieri, di tutte le manifestazioni. Il “Piano Solo” non entra in atto e l’Italia si salva, per un pelo, da un colpo di stato militare di Destra.
Nel 1964, durante un teso colloquio con Aldo Moro e il socialdemocratico Giuseppe Saragat, Segni viene colpito da trombosi cerebrale e muore poco dopo. Viene sostituito alla Presidenza della Repubblica proprio da Saragat, ex-partigiano socialista.
Link utili
Se vuoi conoscere meglio il personaggio di Antonio Segni e quello di Giuseppe Saragat leggi qui:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Antonio_Segni
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Saragat
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