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Storia della FIAT
Le origini
FIAT è l’acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino ma, in latino, “fiat” significa “che sia fatto!”. È dunque un invito a fare, a produrre, e ai fondatori della casa automobilistica sembra un nome perfetto perché rappresenta lo spirito imprenditoriale.
I padri della FIAT sono un gruppo di nobili, banchieri e ricchi italiani appassionati di automobili che si riuniscono alla fine del 1800. Poco tempo dopo, un giovane e ricco imprenditore, Giovanni Agnelli, compra delle azioni della società. Quando Mussolini prende il potere, Agnelli diventa senatore: ben presto Agnelli compra l’intera società e comincia a produrre soprattutto veicoli da guerra. La FIAT, perciò, è una delle poche compagnie non devastate dal conflitto. Finita la guerra, il vecchio senatore fascista passa la direzione dell’impresa a un suo aiutante dato che il figlio, Edoardo Agnelli, muore in un incidente.
Sex symbol, famoso ed erede di un impero
Nel 1966 l’azienda ritorna nelle mani della famiglia perché Gianni Agnelli, il figlio di Edoardo e nipote di Giovanni, ne assume la direzione. Gianni è un giovane uomo alto e magro, dallo sguardo intenso e intelligente, è estremamente elegante, ha moltissime amanti e frequenta gli ambienti internazionali più in voga del momento. È un sex symbol e un’icona di stile, ammiratissimo da italiani e stranieri, ha un dono naturale per le relazioni pubbliche ed è erede di una fortuna.
Gianni viaggia con l’aereo privato e ha sempre delle lussuose macchine che guida a tutta velocità rischiando la vita: non ha paura del pericolo e, da ragazzo, è stato anche in guerra.
Il successo dei primi modelli
Il primo modello che aveva avuto una diffusione di massa era stata l’utilitaria Fiat 600, del 1956, e il secondo grande successo la berlina Fiat 850 del 1964. Quindi, all’arrivo di Gianni, la Fiat era già un colosso dell’industria automobilistica internazionale. Appena prende il controllo, Gianni, fa produrre una macchina più sportiva: la Fiat Dino. Negli anni successivi produce una serie di modelli che vengono nominati “Auto dell’anno”.
Alla fine degli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70 le fabbriche FIAT sono tra le più colpite dalle rivolte operaie (ma di questo parleremo meglio più avanti).
Ferrari
Negli anni ’60, Agnelli si interessa all’acquisto dell’azienda di Enzo Ferrari. Il famosissimo marchio di macchine da corsa attira anche offerte della General Motors e di Luraghi, il proprietario dell’Alfa Romeo. Tutti sconsigliano a Gianni di comprare la Ferrari ma lui va controcorrente e raggiunge un compromesso con Enzo: FIAT diventa proprietaria del 50% dell’azienda e Ferrari ha in mano l’altra metà, che si occupa dei modelli sportivi per le gare.
Alfa Romeo
Nel 1986, Gianni si reca presso gli stabilimenti di Alfa Romeo, un altro marchio di macchine italiane, chiedendo di poter comprare un esemplare di Alfetta GTV. Il produttore gli offre di comprarla al prezzo di produzione ma Gianni rifiuta e insiste educatamente: la comprerà al prezzo di mercato come tutti. Agnelli sa bene che l’Alfa Romeo è in crisi da tempo, tanto che il prezzo di produzione delle macchine è più alto del prezzo sul mercato!
Ottenere Alfa Romeo, però, non è facile perché anche la Ford è interessata all’acquisto. Lo Stato, che in quel momento è proprietario di una parte di Alfa, fa pressioni per vendere ad Agnelli, senza rivelare quale sia stata l’offerta di Ford, che probabilmente era stata migliore di quella di FIAT. Peró lo Stato aveva voluto aiutare l’industriale italiano.
Negli anni ’70 la concorrenza internazionale spingerà Agnelli a spostare parte della sua produzione in altri paesi in via di sviluppo, per abbassare i costi di produzione, una mossa vincente. Ma nonostante questo, nonostante la capacità di acquistare altri grandi marchi (Jeep, Dodge, Maserati, Lancia) e nonostante le grandi vendite negli anni ’80, FIAT entra in crisi all’inizio degli anni ’90. Da allora comincia il suo lento declino da cui non riuscirà più a riprendersi.
Link utili
Ecco la storia e la descrizione delle mitiche Fiat 600: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Fiat_600
e Fiat 850: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Fiat_850
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