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La Vespa e la libertà di movimento per tutti
Le due ruote nel dopoguerra
L’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio progetta elicotteri e va in giro in macchina. Non gli sono mai piaciute le motociclette: sono troppo scomode, alte e, se si buca una ruota, è difficilissimo cambiarla. Ma l’idea di un mezzo su due ruote è buona e l’imprenditore Enrico Piaggio vuole sfruttarla: è appena finita la Seconda Guerra Mondiale, buona parte delle industrie Piaggio sono state distrutte dai bombardamenti ed Enrico ha bisogno di un prodotto nuovo per tornare in pista!
L’economia è a terra, gli Italiani sono molto poveri e la maggior parte delle strade e delle ferrovie sono state danneggiate o distrutte dalle bombe. La macchina, perciò, non va bene: non solo è troppo cara per la famiglia media ma ha anche difficoltà a muoversi su terreni accidentati, pieni di buche e tratti sterrati.
Sembra una vespa!
È proprio allora che Enrico Piaggio chiama proprio D’Ascanio, che rivoluziona il concetto di motocicletta e di spostamento per tutto il paese. L’ingegnere progetta un mezzo piccolo, agile ma soprattutto comodo per il guidatore. Il sedile è grande abbastanza per due persone; la parte davanti copre le gambe e le protegge dagli schizzi di fango e dall’olio del motore, così il guidatore non si sporca; c’è posto abbastanza per appoggiare i piedi e la borsa; c’è una ruota di scorta e le ruote sono fatte per essere facili da cambiare, chiunque può farlo in pochi minuti.
Quando l’imprenditore Piaggio vede il prototipo di Vespa e ne sente il rumore, esclama: “Sembra una vespa!”
I costi di produzione delle Vespe sono molto inferiori a quelli delle automobili e, quindi, alla fine degli anni ’50 anche gli operai possono permettersi una Vespa. Questa riduce i tempi di spostamento per andare al lavoro e permette agli italiani di spostarsi e, per esempio, andare in vacanza e fare gite con la famiglia (a quei tempi e, a volte ancora adesso, sulla Vespa montano quattro persone).
La fama della Vespa
Piaggio sponsorizza enormemente il suo geniale prodotto facendolo apparire in film italiani e americani. I suoi pubblicitari inventano canzoncine e slogan indimenticabili, ed è tra i primi ad offrire il pagamento a rate, così che i compratori più poveri potessero pagare un po’ alla volta. Il Times la definisce “un prodotto interamente italiano come non se ne vedevano da secoli dopo la biga romana”. Gli scooter di Piaggio ottengono un enorme successo e dopo dieci anni dalla sua nascita sono già state vendute un milione di Vespe.
Alla fine degli anni ’60 compaiono le prime macchine utilitarie a buon prezzo e, grazie al boom economico, anche gli operai e i lavoratori salariati si possono permettere le quattro ruote. Così la Vespa comincia a perdere clienti e, perciò, si rivolge a un nuovo pubblico: i giovani e le donne. Per guidare la Vespa, a quei tempi, l’età minima è di 14 anni e non è necessaria la patente. Cambiato il target, la Piaggio comincia a produrre Vespe colorate che attirano l’attenzione dei ragazzi e del pubblico femminile. La Vespa non è mai passata di moda e, ancora oggi, è un mezzo molto usato e un oggetto da collezione.
Link utili
Ecco la storia passo a passo del mitico scooter:
https://www.vespa.com/ch_IT/timeline/
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