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Il trattato di pace di Parigi e le condizioni per l’Italia (1947)
La posizione dell’Italia
Con la firma del trattato di pace del 1947, si stabiliscono le condizioni per vinti e vincitori della Seconda Guerra Mondiale. L’Italia è ovviamente dichiarata responsabile della guerra. In comparazione con la Germania, però, riceve un trattamento migliore poiché, già nel 1943, il re Vittorio Emanuele III e il maresciallo Badoglio si erano arresi agli alleati e avevano supportato le truppe Anglo-americane nella loro risalita verso il nord del paese.
Le condizioni imposte all’Italia
Oltre alla diminuzione del numero dei militari, delle navi e degli aerei militari e alla rinuncia alle grandi armi come l’atomica, i cannoni e i siluri, l’Italia deve pagare all’Unione Sovietica 100 milioni di dollari di risarcimento per averla attaccata (vedi capitolo della scorsa serie).
E poi, ovviamente, il nostro paese perde i territori che ha invaso. Tra questi l’Albania e l’Etiopia che diventano indipendenti, l’Eritrea che viene unita all’Etiopia e la Libia che passa sotto il controllo inglese e francese, le isole del Dodecaneso che ritornano alla Grecia, alcuni territori a nord-ovest che vanno alla Francia, l’Istria e la Dalmazia che vengono inglobate dalla Jugoslavia. Oltre alla perdita di Istria e Dalmazia, il tema che genera più insoddisfazione e preoccupazione in Italia è la formazione del Territorio Libero di Trieste.
La questione triestina
Di Trieste e della regione della Venezia Giulia abbiamo parlato nello scorso capitolo, perché è la zona delle foibe.
Il Territorio Libero di Trieste, nato nel 1947, è libero solo in teoria. Di fatto viene subito diviso in una Zona A controllata dagli Anglo-americani e una Zona B amministrata dalla Jugoslavia. Gli Jugoslavi sono una potenza presente sul territorio e interessata a ottenere Trieste, mentre a Inglesi ed Americani non importa nulla di quel remoto pezzetto di terra.
Perciò il Presidente del Consiglio italiano, Alcide De Gasperi, fa un famoso discorso davanti ai potenti rappresentanti di Inghilterra, Stati Uniti, Russia e Francia sottolineando il fatto che nessuno ha chiesto alla popolazione Triestina, in maggioranza italiana, cosa volesse fare. L’appello disperato di De Gasperi, però, non viene ascoltato dalle grandi potenze, che hanno molto da decidere durante la conferenza di pace.
Le conseguenze del trattato
Passano nove anni (1954) e iniziano le rivolte, prima degli studenti e poi di tutta la popolazione Triestina: così il Governo Militare Alleato (inglese e americano) viene sostituito da un governo italiano. A questo punto, però, cominciano a protestare gli Sloveni e Trieste vive in una situazione di costante tensione che impedisce all’economia di funzionare. L’area rimarrà divisa in Zona A e Zona B fino al 1975, quando si stabilisce definitivamente il confine tra Italia e Jugoslavia.
Link utili
Ecco Trieste sulla cartina: https://images.app.goo.gl/PQDGoPHTYtaBLzBG7
Questa immagine mostra il Territorio Libero di Trieste e la divisione in Zona A e Zona B:
https://images.app.goo.gl/oYeamAioRS2Vn9Gr9
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