Listen to this text as you read:
Gli orrori della Seconda Guerra Mondiale in Italia: le vittime civili, gli internati militari e i prigionieri politici
Le vittime civili della Seconda Guerra Mondiale
La scorsa serie è finita con la morte di Mussolini e dunque la fine del fascismo. L’Italia è stata vittima di un terribile regime totalitario ed è stata trascinata nel più grande conflitto della storia dell’umanità senza essere pronta né militarmente né economicamente.
La Prima Guerra Mondiale veniva combattuta dai militari nelle trincee. Perciò i civili, nella maggior parte dei casi, avevano notizie sull’andamento della guerra leggendo i giornali, ascoltando la radio o i racconti degli uomini tornati vivi.
La Seconda Guerra Mondiale è radicalmente diversa perché si combatte in buona parte attaccando il territorio nemico, colpendo le sue città abitate e sparando sulla popolazione nemica: la guerra entra fisicamente dentro le vite dei civili.
Ogni volta che arrivano gli aerei, case e negozi vengono bombardati e tutti interrompono le attività quotidiane per nascondersi in tunnel o gallerie; i soldati stranieri invadono le città, distruggono case e monumenti, compiono massacri e, in varie occasioni, i civili prendono le armi per resistere.
Anche i numeri sono tragicamente diversi: la Prima Guerra Mondiale fa 16 milioni di morti, la Seconda Guerra Mondiale ne fa 55 milioni, di cui il 60% sono civili.
Le vittime italiane sono, in totale, circa 444.000.
Gli internati militari
Nel 1943, l’Italia firma l’armistizio con gli Alleati (Inglesi e Americani) e i fascisti fondano nel centro-nord Italia la Repubblica di Salò, uno stato-fantoccio dei Tedeschi (vedi capitolo della serie precedente). I militari italiani che si trovano in quest’area vengono, in buona parte, catturati dai nazisti. Il 90% dei militari italiani catturati, però, si rifiuta di combattere per Hitler e, di conseguenza viene fatto prigioniero dai Tedeschi e mandato nei campi di lavoro in Germania.
Questi 600.000 prigionieri italiani vengono chiamati “internati militari”: non sono riconosciuti ufficialmente come prigionieri. In questo modo possono essere sottoposti a condizioni molto peggiori (i prigionieri di guerra, sono protetti da convenzioni internazionali e i nazisti non vogliono rispettarle nei confronti dei traditori italiani).
Circa 50.000 internati militari italiani perdono la vita nei campi tedeschi per malnutrizione, malattie ed esecuzioni. Quando la Germania viene invasa e sconfitta, alcuni dei superstiti vengono successivamente catturati dai Russi e dai Francesi, e mandati in altri campi di prigionia fino a dopo la fine della guerra.
Gli oppositori politici
Sono circa 24.000 gli oppositori politici italiani mandati nei campi di sterminio dai nazifascisti. Molti sono operai che hanno partecipato agli scioperi, altri sono membri della resistenza o sacerdoti contrari al regime. Solo la metà sopravvive perché, anche se non vengono messi nelle camere a gas come gli Ebrei, vengono comunque sottoposti alle stesse devastanti condizioni di lavoro, al freddo e alla denutrizione. Il loro simbolo nei campi di sterminio è un triangolo rosso. I superstiti hanno spesso raccontato che gli altri prigionieri nei campi di concentramento (principalmente Ebrei) erano spesso ostili ai prigionieri politici e che non si fidavano di loro.
Link utili
Ecco una dettagliata spiegazione sugli internati militari:
https://www.lessicobiograficoimi.it/index.php/page/6/storia
+++
What now?
Return to our History page
Explore SIX LEVELS of FREE materials on the club website: A1 – Beginner/Elementary | A2 – Pre-Intermediate | B1 – Intermediate | B2 – Upper-Intermediate | C1 – Advanced | C2 – Proficiency
Why not read/listen to EasyItalianNews.com? That’s FREE, too.
+++