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La Resistenza e gli Alleati contro il nazifascismo in Italia (1943-1944)
Le quattro giornate di Napoli
A Napoli, come nelle altre città d’Italia, nel corso di tutta la guerra i Tedeschi fanno rastrellamenti e deportazioni di ragazzi e giovani uomini che vengono mandati a lavorare in Germania: è il cosiddetto “servizio di lavoro obbligatorio”. Se necessario, i militari di Hitler prendono con la forza i giovani destinati a fabbriche e campi di lavoro tedeschi. Chi si oppone viene solitamente trascinato fuori dalla propria casa e caricato sui camion, oppure fucilato.
Quando, a fine settembre, il comandante tedesco Scholl ordina a 30.000 giovani napoletani di presentarsi per andare a lavorare in Germania, ne arrivano solo 150. Perciò, il 27 settembre del 1943, Scholl manda i suoi uomini a fare un rastrellamento per la città.
A questo punto una folla urlante e senza armi, principalmente donne, si riversa contro i nazisti e i militari fascisti italiani al loro servizio. Ad esse si uniscono i disertori e i lavoratori armati e, dopo quasi quattro giorni di scontri e guerriglia, Napoli è libera.
Roma liberata
Dopo essere stata bombardata per giorni, anche Roma viene presa liberata. Tra il 4 e il 5 giugno del 1944 gli Alleati entrano nella città mentre i Tedeschi si ritirano senza combattere. La capitale era stata abbandonata nove mesi prima dal re e da Badoglio che, all’arrivo delle truppe di Hitler, erano scappati in Puglia, al sicuro nei territori conquistati dagli Anglo-americani. Nel 1944 l’AMGOT (Allied Military Government of Occupied Territories) tiene sotto controllo tutto il centro-sud Italia.
La Resistenza: i partigiani
Dall’armistizio del 1943 alla fine della guerra nel 1945, la Resistenza partigiana contribuisce all’eliminazione del nazifascismo dal centro-nord del paese, collaborando con le truppe anglo-americane. Gli ideali che muovono i combattenti partigiani sono gli stessi su cui poi si fonderà la Repubblica Italiana.
Alla Resistenza partigiana partecipano forze politiche diverse (comunisti, socialisti, repubblicani, anarchici, monarchici, democristiani e liberali) coordinate dal Comitato di Liberazione Nazionale che ha due sedi: una a Roma e una a Milano.
I partigiani combattono una guerriglia in montagna, boicottano le forze nazifasciste con imboscate e trappole, evitano gli scontri frontali perché, soprattutto durante il 1943, non hanno uomini e donne sufficienti né abbastanza armi e proiettili. Gli alleati anglo-americani non hanno grande considerazione dei partigiani, mentre i nazifascisti cercano di annientarli compiendo terribili atti di crudeltà, di solito tortura e fucilazione.
E non solo contro i membri della Resistenza catturati, ma anche contro la popolazione civile accusata di aiutare o nascondere i partigiani. In effetti, i partigiani spesso si riforniscono nei paesini di campagna e montagna. A volte vengono anche nascosti nelle cantine, nelle stalle, nei fienili o nelle case dagli abitanti: sono moltissimi i civili che, stanchi dell’oppressione dei soldati tedeschi, aiutano come possono la Resistenza.
Link utili
La canzone “Bella ciao” è un canto popolare molto famoso che si riferisce all’epoca dei partigiani, ecco il video con il testo: https://youtu.be/Lqs2oIBFPxI
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