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La crisi del fascismo e il cambio di schieramento dell’Italia (1943)
L’unica, grande decisione presa dal Gran Consiglio del Fascismo
Ricorderai che, per togliere potere al Parlamento, Mussolini aveva istituito il Gran Consiglio del Fascismo (vedi capitolo 19). Esso non si è mai riunito durante tutto il periodo della guerra perché Mussolini prende autonomamente le decisioni. E queste decisioni hanno portato l’Italia a subire enormi sconfitte militari e perdite economiche.
Il re d’Italia Vittorio Emanuele III e il maresciallo Badoglio convengono, nel 1943, che il responsabile delle disgrazie del paese è Mussolini. Egli ha stretto un’alleanza svantaggiosa con Hitler, ha trascinato l’Italia in una guerra lunga e logorante, e ha speso in essa cifre immense che hanno devastato le finanze del paese. Il sovrano e Badoglio fanno quindi pressione sui membri più importanti del Gran Consiglio del Fascismo, tra cui il genero di Mussolini Galeazzo Ciano e Dino Grandi. Questi convocano Mussolini e poi, la maggioranza di loro, vota per togliergli la sua carica e tutti i poteri.
È il 25 luglio 1943 e Mussolini viene arrestato per ordine del re Vittorio Emanuele, che riprende il comando delle forze armate, mentre Badoglio è nominato nuovo capo del governo. Il re e Badoglio, poco dopo, firmano la resa con gli Alleati (Inglesi e Americani) e la annunciano pubblicamente l’8 settembre dello stesso anno. Badoglio ordina che chiunque si oppone al nuovo governo venga fucilato.
L’esercito in confusione
Sei confuso dalla sequenza di tanti avvenimenti cruciali? Beh, immagina come si sentono i militari italiani in quel momento! Con chi stiamo? Con il nuovo governo di Badoglio? O con Mussolini? Gli alleati tedeschi adesso sono i nemici, e i nemici inglesi e americani sono gli alleati a cui ci siamo arresi e che sono sbarcati in Italia per liberarla (…O invaderla?). Quindi dobbiamo consegnare loro la nostra flotta. “Mai! Piuttosto affondiamo le nostre stesse navi” gridano alcuni reparti della marina. Altri odiano i Tedeschi e sono felici del cambio di bandiera.
L’esercito italiano è allo sbando: le autorità e gli stati maggiori scappano o si nascondono. Molti soldati abbandonano armi e divisa e cercano di tornare a casa, altri tengono le armi in mano e diventano partigiani, altri ancora vengono fatti prigionieri dall’esercito tedesco sul suolo italiano e all’estero, quelli fedeli al Duce attaccano i propri compagni o vengono fucilati per ordine di Badoglio. È il caos mentre, nel sud del paese, arrivano le truppe alleate.
Perché morire per Hitler?
“Perché morire per Hitler?” Questa scritta viene impressa sui volantini che gli aerei americani e inglesi fanno cadere sulla Sicilia nelle settimane prima di invaderla. Con essi, si invita la popolazione locale a non opporsi agli Alleati.
Abbiamo visto, nel capitolo 27, che l’Armata Rossa di Stalin vince e, perciò, insegue Tedeschi e Italiani fino al confine della Russia. “E se i Russi continuano la loro marcia fino all’Europa Occidentale?” pensano preoccupati Inglesi e Americani. Lo spettro del Comunismo fa paura agli Alleati, che decidono di prendere anch’essi posizione nell’Europa centrale.
Il ventre molle dell’Asse
Dove? In Germania, ovviamente, nel territorio nemico. Ma come arrivarci? L’Italia è considerata da Churchill “il ventre molle” dell’Asse Roma-Berlino cioè il punto debole. In effetti l’Italia, che già di per sé non è una grande potenza, ha perso quasi 85.000 uomini in Russia ed è stata battuta in Libia dal generale Montgomery. Perciò gli Inglesi convincono gli Americani, da poco entrati nel conflitto, a risalire l’Europa attraverso la penisola.
Gli Alleati nel sud
Americani e Britannici prendono la Sicilia senza grandi difficoltà fra il luglio e l’agosto del 1943: i Tedeschi si ritirano quasi subito sulla penisola. Il generale inglese Montgomery e quello americano Patton, in forte competizione tra loro, accelerano il processo di conquista e spingono al massimo per arrivare per primi a Messina. Gli Americani vincono per poco la corsa e gli Inglesi sono un po’ avviliti.
La popolazione siciliana, stanca della presenza tedesca, accoglie abbastanza positivamente i nuovi invasori. In più, molti fra i soldati americani sono italiani di seconda o terza generazione e fanno facilmente amicizia con i locali. Spesso i film americani ritraggono un’Italia meridionale felice dell’arrivo degli Alleati. In parte è vero, ma dobbiamo anche tenere presente che gli aerei inglesi e americani hanno bombardato il sud Italia per molto tempo, distruggendone gli edifici e uccidendone gli abitanti, perciò la popolazione locale è un po’ intimorita.
Inoltre, negli stessi film americani, non si racconta che gli eroi liberatori degli eserciti inglese e americano, spesso, si trovano la strada spianata e già sgombra di nemici. Questo perché la popolazione locale, in molte occasioni, scaccia i Tedeschi da sola, prima dell’arrivo degli alleati. Il caso più famoso è quello di Napoli, ma di questo parleremo la prossima volta.
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