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L’alleanza con la Germania: l’Asse Roma-Berlino (1936) e il Patto d’Acciaio (1938)
L’avvicinamento tra Italia e Germania
Negli anni ’30 Hitler dà il via a una politica estera aggressiva. Francia e Inghilterra non lo ostacolano minimamente, per non generare tensione. L’Italia guarda con preoccupazione (ma anche un po’ di ammirazione) l’annessione alla Germania prima dell’Austria e poi di una parte della Cecoslovacchia.
Dopo la Guerra d’Etiopia e i massacri con i gas, Francia e Inghilterra hanno sanzionato l’Italia. Questa, sempre più isolata economicamente, si avvicina alla Germania anche perché, tanto Mussolini quanto Hitler, nel 1936, mandano truppe e rifornimenti al generale Francisco Franco in Spagna, trovandosi così nello stesso schieramento.
Posizioni differenti rispetto all’entrata in guerra
L’atteggiamento verso una possibile guerra futura dei due paesi, però, è estremamente diverso: la Germania del Führer (al potere dal 1933) ha come obiettivo espandere i propri confini verso Polonia, Austria e Cecoslovacchia per vendicarsi delle umilianti condizioni di pace della Prima Guerra Mondiale, e tornare ad essere la grande potenza dell’Europa continentale.
L’Italia del Duce, anche se per decenni si è lamentata della “vittoria mutilata”, non ha le risorse per affrontare un nuovo scontro bellico dopo le operazioni in Spagna ed Etiopia. Mussolini, quindi, non può né vuole assolutamente cominciare un nuovo conflitto.
L’Asse Roma-Berlino
Mussolini definisce “asse” la prima intesa con cui egli avvicina l’Italia alla Germania di Hitler (1936). Quest’Asse Roma-Berlino unisce i due stati totalitari, sia contro il bolscevismo dell’Unione Sovietica che contro il capitalismo di Inghilterra, Francia e Stati Uniti.
Per molto tempo, il Ministro degli Esteri italiano Galeazzo Ciano (marito di Edda, la figlia di Mussolini) aveva evitato di firmare patti compromettenti con i Tedeschi. Ma suo suocero Mussolini ascolta con interesse Hitler, che promette: “Quando la Germania avrà il controllo sull’Europa, l’Italia sarà la dominatrice del Mediterraneo e dell’area meridionale!”
Il Patto d’Acciaio
Mussolini si fa convincere e, tra i due paesi, viene firmato il Patto d’Acciaio nel 1939. Esso, a Hitler, serve per assicurarsi che l’Italia lo appoggerà e non si alleerà con le odiose democrazie occidentali come aveva fatto nella Prima Guerra Mondiale. Alla firma del patto, Mussolini e Ciano continuano a ripetere al Ministro degli Esteri tedesco Von Ribbentrop che l’Italia vuole mantenere la pace in Europa, e Von Ribbentrop li rassicura: la Germania non farà la guerra almeno per cinque anni!
E invece, tre mesi dopo (il primo settembre del 1939) la Germania Nazista invade la Polonia e scatena l’intervento di Francia e Inghilterra: scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Ora il Ministro Ciano e i suoi consiglieri devono inventarsi una scusa da offrire ai potenti alleati tedeschi: c’è bisogno di una buona giustificazione per non entrare in guerra.
“Non abbiamo abbastanza armi e materiali!” dicono quindi. “Di cosa avete bisogno?” chiede prontamente Von Ribbentrop. Ciano e i suoi uomini si riuniscono e scrivono una lista lunghissima di materiali e armi necessari immediatamente per potersi preparare alla guerra. È impossibile che i Tedeschi abbiano il tempo di preparare l’invio, la quantità esagerata di materiali richiesti dagli Italiani o le migliaia di treni per caricarli e trasportarli! Finalmente i Tedeschi smettono di insistere: hanno capito che gli Italiani infidi e codardi non entreranno in guerra.
Link utili
Se vuoi sapere cosa chiedono gli Italiani ai Tedeschi nella lunghissima “lista del molibdeno”, leggi qui: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Lista_del_molibdeno
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