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Dal Risorgimento alla Seconda Guerra Mondiale, Episodio 23

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Gli orrori della guerra in Etiopia (1935-1936)

I preparativi per la guerra coloniale

Per convincere l’opinione pubblica della necessità di avere colonie, il Duce fa scrivere articoli e fa tenere conferenze in cui grandi antropologi ed esperti affermano che la razza nera è inferiore e che non ha il diritto né le capacità per amministrare in modo autonomo il posto in cui vive. Inoltre, si dice che l’Etiopia è un territorio ricchissimo dove gli Italiani potranno trasferirsi e vivere grazie al petrolio, all’oro e alle altre risorse naturali.

Fra il 1934 e il 1935, Mussolini prepara quindi le truppe, comandate dal generale Di Bono, per invadere l’Etiopia. Ma il generale è un uomo del regime e Mussolini ha paura che, se perderà, l’opinione pubblica associerà le sconfitte al fascismo. Perciò lo sostituisce presto con un altro generale che ha una propria fama e personalità: Pietro Badoglio.

Uno degli obiettivi del regime fascista è quello di far sapere al resto del mondo che l’Italia è una potenza, un paese militarmente e tecnologicamente avanzato. Per questo viene mandato in Etiopia un numero esagerato di truppe, oltre che di mitragliatrici e armi da fuoco, aerei, carri armati e armi chimiche del tutto inutili contro un esercito tribale. D’altra parte, nessuna delle grandi potenze occidentali si oppone o cerca di fermare l’Italia: Mussolini, perciò, approfitta di un piccolo attacco di guerriglieri etiopi a una base italiana sul confine tra Somalia ed Etiopia, per intervenire. Si apre così, nell’ottobre del 1935, uno dei capitoli più vergognosi e imbarazzanti della storia del nostro giovane paese.

Gli etiopi di Selassié

Il negus Hailé Selassié è deluso dalla Francia e dall’Inghilterra. I governi dei due paesi decidono di non intervenire anche se l’opinione pubblica di entrambi si schiera con molte manifestazioni contro il fascismo e a favore dell’indipendenza etiope. ln seria difficoltà, il negus usa anche il proprio patrimonio personale per comprare armi, ma si tratta di poche mitragliatrici e un numero insufficiente di fucili e munizioni. Selassié vorrebbe utilizzare la guerriglia, sfruttando il proprio territorio, per indebolire gli italiani. Ma i ras etiopi (cioè i capi militari) hanno un’etica ferrea della guerra, secondo cui fare imboscate è da codardi: solo la battaglia campale, faccia a faccia con il nemico, è onorevole.

L’orrore dei gas

Quando Badoglio chiede il permesso di usare le armi chimiche (il gas iprite) contro il nemico, Mussolini risponde: “Usate tutti i mezzi necessari”. Gli Italiani in combattimento, dunque, utilizzano prima bombardamenti aerei e poi gas contro gli Etiopi. La morte per asfissia dovuta ai gas è straziante, e commuove così tanto i soldati eritrei e somali (alleati degli Italiani), che molti passano a combattere per i loro vicini Etiopi.

L’Italia cerca di evitare che all’estero si venga a sapere dell’uso dei gas ma, poiché essi vengono usati anche vicino agli ospedali e ai villaggi causando centinaia di morti tra i civili, il tema viene reso pubblico dai giornalisti stranieri. Hailé Selassié, parallelamente, denuncia l’impiego di armi chimiche alla Società delle Nazioni (antenata dell’ONU) ma la risposta delle potenze europee è indecisa a inconcludente.

Tra le giustificazioni portate dall’Italia rispetto all’uso dei gas, c’è l’idea social-darwinista per cui le popolazioni “inferiori” possono essere annientate con qualsiasi mezzo. Questa idea scientificamente infondata e abominevole dal punto di vista etico, sarà condivisa dal nazismo che, infatti, impiegherà gas e forni per sterminare gli ebrei.

L’Etiopia colonia italiana

L’impreparato esercito etiope si arrende all’invasione italiana dopo solo un anno, nel 1936. Quella in Etiopia è l’ultima grande guerra coloniale portata avanti in Europa: come sempre, l’Italia arriva un po’ in ritardo rispetto alle grandi potenze europee. Nelle colonie di Francia e Inghilterra, infatti, si stanno già sviluppando i movimenti indipendentisti.

Link utili

Ecco un video che racconta la Guerra d’Etiopia anche con testimonianze di persone che vi hanno partecipato: https://youtu.be/5CxU4_MywLo

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