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L’incredibile ed estroso Gabriele D’Annunzio
Destra, Sinistra, Destra, Sinistra
Negli scorsi episodi abbiamo conosciuto Gabriele D’Annunzio per l’impresa di Fiume. Già prima del 1919, però, D’Annunzio è conosciutissimo in Italia e famoso in tutto il mondo. Lenin in persona lo definisce: “L’unico vero rivoluzionario d’Europa” anche se, in realtà, la posizione politica di D’Annunzio è molto ambigua.
È stato un politico prima di Destra, poi di Sinistra, poi di nuovo di Destra, poi ha appoggiato il Fascismo di Mussolini anche se, alla fine della propria carriera, ha pubblicamente rinnegato il Fascismo dicendo: “Scelgo la vita!”
Celebrità, pubblicità, velocità
D’Annunzio non è solo un politico e un militare (è un aviatore spericolato) ma fa anche il poeta ed è un geniale venditore della propria immagine. Lui stesso dice di sapere trasformare le proprie azioni in simboli. È forse il primo autore a farsi pubblicità da solo per vendere, in Italia e all’estero, le proprie opere. A sedici anni pubblica la sua prima raccolta di poesie e sparge la notizia della propria morte per aumentare le vendite… e funziona! È anche il primo uomo italiano riconoscibile a pubblicare una propria foto nudo, sempre per farsi pubblicità.
D’Annunzio è piuttosto megalomane e si fa chiamare “il Vate” cioè “il poeta-profeta”. Gli antichi poeti e indovini greci erano ciechi, e anche D’Annunzio diventa mezzo cieco, dopo aver perso un occhio in combattimento. Quando entra a Fiume, sentendosi come Giulio Cesare, dice: “Il dado è tratto!” In effetti, a Fiume, si comporta un po’ come i dittatori dell’Antica Roma (che erano capi dell’esercito che assunsero progressivamente potere politico).
Anche se ammira i grandi del passato, D’Annunzio ama soprattutto la modernità, la tecnologia e la velocità. E infatti, un altro dei suoi record, è di essere stato tra i primi italiani a prendere una multa per eccesso di velocità in macchina.
Estetica e donne
Il Vate è un grande esteta, estremamente vanitoso, ma francamente brutto. A parte l’occhio che ha perso, è calvo, con un gran nasone, basso ed esile. Ma quello che conta è la personalità, giusto? E D’Annunzio ne ha parecchia! Infatti, nel corso di tutta la vita, ha moltissime relazioni e amanti. La più famosa è l’attrice Eleonora Duse. Dei loro incontri d’amore descrive tutto in dettaglio, compresi i tradimenti e le relazioni che lui ha nel frattempo con altre donne… un ottimo modo per impressionare il pubblico e farsi pubblicità, ma anche per farsi mollare da Eleonora.
La relazione con il Fascismo
Durante l’impresa di Fiume, D’Annunzio scrive una lettera a Mussolini e lo sgrida dicendosi deluso dal suo comportamento: non solo Mussolini non ha avuto il coraggio di partecipare all’attacco di Fiume, ma non ha mandato neanche una lira per supportare economicamente i dannunziani! Mussolini, come un ragazzino rimproverato, si sente in imbarazzo e manda subito i soldi richiesti.
Quando Mussolini è giovane, egli rispetta e ammira D’Annunzio: molti dei gesti, delle sue idee e degli slogan mussoliniani sono stati inventati e usati proprio da D’Annunzio. In effetti, il superbo Vate considera Mussolini un imitatore. Anche se hanno molte idee simili e modi di fare in comune, D’Annunzio è veramente un personaggio imprevedibile e unico. Perciò nessuna definizione è adatta a lui, nemmeno quella di “fascista”.
In realtà, quando i fascisti cominciano a invadere le piazze e usare la violenza contro le manifestazioni socialiste e sindacaliste degli operai del 1920-1921, sia Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista Italiano, che il Commissario degli Affari Esteri russo Čičerin cercano di parlare con D’Annunzio perché lo considerano un uomo in grado di muovere le masse e di fermare le Camice Nere di Mussolini. Persino Ernest Hemingway la pensa allo stesso modo.
D’Annunzio, però, decide di non intervenire con tutte le sue energie per la causa antifascista, anche perché Mussolini gli finanzia la sua nuova, lussuosa villa: il Vittoriale. E poi D’Annunzio ha concluso la sua stagione politica, è ormai vecchio e preferisce ritirarsi nel Vittoriale, mentre Mussolini diventa il nuovo, oscuro protagonista sulla scena italiana.
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