Listen to this text as you read:
L’Italia entra in guerra (1915)
Interventisti, neutralisti e il Re
Nel 1914, tanto gli interventisti che vogliono partecipare alla guerra, quanto i neutralisti che vogliono restarne fuori, fanno scioperi e manifestazioni. Gli interventisti, da subito, dichiarano che ogni mezzo, anche la violenza contro i neutralisti e l’omicidio, sono leciti per ottenere l’obiettivo di entrare in guerra. Questa situazione di caos e disordine in alcuni momenti sembra quasi una guerra civile.
Anche se il Parlamento sta con Giolitti, il re interviene (illegalmente) per dare a Salandra l’incarico di formare un nuovo governo. Così, il 23 maggio 1915, l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria e si schiera con Francia, Inghilterra e Russia.
Il fronte italiano e la guerra di trincea
Il giorno dopo viene mobilitato l’esercito italiano che si concentra sulle Alpi e sull’altipiano del Carso (oggi nella zona tra Italia, Slovenia e Croazia). Si apre così il “fronte italiano”.
Tanto i soldati italiani come quelli austriaci sono male attrezzati, soffrono per le bassissime temperature e la mancanza di cibo. Spesso, per rifornirsi di alimenti, devono raggiungere delle lontane postazioni con i magazzini, di notte, camminando per i dirupi montani. Si calcola che due terzi dei militari italiani deceduti siano caduti nei burroni o siano morti di freddo e fame, mentre solo un terzo sia morto in combattimento.
I combattimenti sono completamente diversi da quelli delle precedenti guerre. Italiani e Austriaci si affrontano in una logorante guerra di posizione. Ognuno sta nella propria trincea, una fossa protetta dal filo spinato. Per settimane non succede niente perché le operazioni consistono nel lanciarsi contro i tiratori nella trincea nemica, nascosti nel loro fosso e pronti a sparare con le mitragliatrici (una mossa quasi suicida e di difficile riuscita).
Gli Italiani avanzano molto lentamente ma sono convinti di poter vincere perché gli Austriaci sono impegnati su altri due fronti contro Serbia e Russia, stanno perdendo clamorosamente su entrambi, e hanno problemi di rifornimento. Il generale italiano Cadorna, che guida il Regio Esercito, decide di superare il fiume Isonzo. Ma sono ben undici (!) le battaglie dell’Isonzo, proprio perché è quasi impossibile avanzare.
L’importanza di Trieste
L’obiettivo di Cadorna è recuperare Trieste, che gli italiani considerano città italiana occupata ingiustamente dagli Austriaci. Trieste è l’unico porto dell’Impero Austro-Ungarico e, se gli Italiani la libereranno, i nemici non avranno più rifornimenti via mare.
Ma ciò che più spaventa gli Austriaci è che, se alcuni dei loro territori cominciano a rendersi indipendenti, sicuramente anche le diverse popolazioni sottomesse dall’Impero (Rumeni, Cecoslovacchi, Bosniaci, Croati, Polacchi…) si ribelleranno per formare stati autonomi. Una rivolta interna determinerebbe il collasso dell’Impero e la sua sconfitta definitiva. Le truppe austriache sono stremate e ridotte alla fame, ogni notte i disertori scappano con le mani in alto verso l’esercito italiano per arrendersi. Gli Italiani sono a un passo dal far crollare l’impero nemico.
Link utili
Ecco un video sulla Prima Guerra Mondiale e la trincea: https://youtu.be/EUPTeB89vhk
Ed ecco dove si trovava il fronte italiano: https://images.app.goo.gl/sb7BF911Shj8JGFg6
+++
What now?
Return to our History page
Explore SIX LEVELS of FREE materials on the club website: A1 – Beginner/Elementary | A2 – Pre-Intermediate | B1 – Intermediate | B2 – Upper-Intermediate | C1 – Advanced | C2 – Proficiency
Why not read/listen to EasyItalianNews.com? That’s FREE, too.
+++