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Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861)
Un aspetto buffo…
Con i suoi occhialetti tondi, le basette, il faccione grasso e l’abitudine di sfregarsi le mani compulsivamente, il conte di Cavour è il bersaglio numero uno della satira e dei vignettisti della metà del 1800 in tutta la penisola italiana, ma è anche uno dei protagonisti sulla scena politica, un uomo di polso e quello che più di tutti è capace di manovrare il re di Sardegna e Piemonte Vittorio Emanuele II.
…e una strategia brillante
Quando l’Italia non è ancora unita, Cavour lavora come Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna e dà una mano a francesi e inglesi nella Guerra di Crimea. Questa guerra in Piemonte, non interessa a nessuno. Chi vorrebbe mai entrare in una guerra così lontana e poco vantaggiosa? Ma Cavour insiste: nel 1855 manda 15.000 uomini a dare una mano ai francesi, per averli come alleati riconoscenti nel futuro.
In questo modo Cavour ottiene la promessa dell’Imperatore Napoleone III di Francia che appoggerà il Regno di Piemonte e Sardegna contro gli Austriaci. Gli Austriaci, che in quel momento occupano Lombardia e Veneto, sono considerati dagli abitanti del nord della penisola, come degli odiosi invasori stranieri.
Nel 1859 le cose vanno secondo i piani di Cavour: gli Austriaci, punzecchiati dai Piemontesi, attaccano determinando l’intervento francese. In breve la Lombardia è conquistata dal Piemonte. “Perfetto!” pensa Cavour “adesso ci prendiamo anche il Veneto”. E invece no, perché Napoleone III di Francia obbliga il re piemontese Vittorio Emanuele, ad accettare una pace immediata con gli Austriaci, per evitare di restare impantanato in una guerra che non gli interessa.
La furia di Cavour
Il re Vittorio Emanuele deve piegarsi al volere dei potenti alleati francesi e convoca il conte di Cavour per comunicargli la notizia: Napoleone III ci obbliga a fare la pace con gli Austriaci. Questo colloquio del 1859 è famoso perché Cavour si imbestialisce e dà persino calci alle sedie, dicendo che il comportamento del re è vergognoso, umiliante e che dovrebbe abdicare. Poi urla in faccia al re: “Mi dimetto!” e se ne va sbattendo la porta. Così fa cadere il governo e la politica del regno di Piemonte e Sardegna va nel caos.
Le grandi riforme
Cavour è stato infatti, fino a quel momento, il cervello che ha amministrato il Regno spingendo sull’innovazione in agricoltura, industria e trasporti. Ha fatto introdurre nuove tecniche e macchine che moltiplicano la produzione e ha fatto costruire ferrovie, locomotive a vapore, passi alpini e compagnie di navigazione. Inoltre Camillo è riuscito a formare un governo ottenendo il favore della Sinistra. Come? Beh, obbligando la borghesia a pagare le tasse e riducendo i privilegi della Chiesa. Dobbiamo ricordare che, in quella fase, il Papa era ancora un principe indipendente e che le istituzioni ecclesiastiche, anche fuori da Roma, avevano un’enorme influenza, cosa che tanto al liberale Cavour come alla Sinistra, sembrava retrograda e ingiusta.
Link utili
Se vuoi conoscere meglio il Conte di Cavour, puoi vedere questa interessante conferenza:
https://youtu.be/CQbvL7WjMPA
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